Anna Martina internazionale
Anna Martina lascia la direzione cultura, comunicazione e promozione della città di Torino, per andare a dirigere la nuova struttura per le attività internazionali voluta dal sindaco Piero Fassino. Martina si occuperà anche della gioventù, un’altra delega che – come quella alle attività internazionali – in precedenza faceva capo a Fassino, a cui Martina nel nuovo incarico risponde direttamente. È una delle novità più rilevanti della riorganizzazione delle direzioni comunali decisa dal sindaco, in carica dallo scorso maggio, per dare un nuovo impulso alle attività del Comune.
Le relazioni internazionali sono da sempre un pallino di Fassino: negli anni Novanta è stato sottosegretario agli Esteri e ministro del Commercio estero; inoltre, tra il 2008 e il 2009, è stato ministro degli Esteri del ‘governo ombra’ del Partito democratico. Per una città come Torino mantenere buoni rapporti con gli altri Paesi non è solo una questione di immagine e di prestigio ma risponde all’esigenza di promuovere le eccellenze del territorio, sia culturali che produttive. Iniziative che richiedono una diplomazia che sappia fare il suo mestiere. Il sindaco ha trovato una sponda alla Farnesina: grazie a un accordo siglato con il ministero degli Esteri, la nuova direzione guidata da Anna Martina si avvarrà della competenza di un consigliere diplomatico, Francesco Giordana, che terrà i rapporti con ambasciate e consolati. È la prima volta che un comune italiano si dota di una struttura del genere; l’esperienza è seguita quindi con interesse dalle altre città .
Anna Martina porta nella nuova struttura i suoi collaboratori alla direzione marketing e territorio. Alla direzione cultura, turismo e servizi educativi è stato nominato Aldo Garbarini, già direttore dei servizi educativi. A differenza di Martina che ha una formazione umanistica, Garbarini è un amministrativo; l’assessore Maurizio Braccialarghe (che è anche responsabile della sede Rai di Torino) vuole infatti seguire di persona la partita dal punto di vista culturale.
L’articolo è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 425 – febbraio 2012