Marco Pratellesi, tra i primi giornalisti italiani a esplorare le praterie digitali, ha aggiornato agli ultimi sviluppi della Rete il suo saggio ‘New Journalism. Dalla crisi della stampa al giornalismo di tutti’, scritto nell’estate 2003. A dieci anni di distanza – quasi un’epoca geologica ai tempi di Internet – Pratellesi ha rispeso in mano il libro, già rivisto e aggiornato una prima volta nel 2008, riscrivendolo quasi per intero.
La terza edizione, pubblicata come le precedenti da Bruno Mondadori nella collana Università (il libro viene usato infatti come manuale in molti corsi di giornalismo), analizza le conseguenze della crisi che ha colpito la stampa e il suo modello industriale, lasciando sul campo vittime illustri come Newsweek, ma propiziando l’ingresso nel mercato di nuovi soggetti come il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, diventato proprietario del Washington Post. E tiene conto di sviluppi dirompenti e imprevedibili fino a qualche anno fa, come quello dei social network e dei tablet, analizzando le implicazioni di questi nuovi strumenti per il lavoro giornalistico.
Il libro di Pratellesi studia in profondità come è cambiata la vita in redazione, i nuovi profili professionali richiesti dai giornali, l’uso delle fonti nell’epoca di Twitter e di Wikileaks, la selezione e la gerarchia delle notizie, le regole di scrittura per la carta e per il web. Sono pagine godibili, ricche di esempi e aneddoti: una lettura utile non solo per chi si avvicina alla professione ma anche per i veterani che vogliono tenersi al passo.
L’articolo è sul mensile Prima Comunicazione n. 446 – Gennaio 2014