Un Parlamento rinnovato al 64%, con la grande carica di neo parlamentari 5 Stelle che non si conoscono, non rispondono al telefono e si sottraggono alle telecamere, e le nuove pattuglie del Pd (inclusi i renziani in ascesa). Tempi duri per i giornalisti parlamentari di lungo corso, che però sono passati alle contromosse, riuscendo ad ammorbidire anche qualche diffidente grillino.
Tutti uguali, fatti quasi con lo stampino, con la borsa del pc a tracolla e la faccia di chi schifa chiunque ne incroci lo sguardo: era facile i primi tempi individuare i grillini, anche se quasi impossibile parlarci. Azzannavano invece di salutare. Trascorsi otto mesi, presa più confidenza con il Palazzo, sono un po’ meno marziani e un po’ più disponibili a scambiare quattro chiacchiere, complice anche il caffè alla buvette: insomma, hanno cominciato a confondersi con l’ambiente e individuarli è diventato più complesso, rendendo così ancor più difficile il lavoro del giornalista da Transatlantico. Che, dopo otto mesi, ancora deve fare i conti con la difficoltà di collegare i nomi alle facce delle tante new entry. Cosa non facile in un Parlamento rinnovato per il 64% dei suoi componenti. Dove ancora capita di chiedere con imbarazzo: “Scusi lei è il senatore X…?”, per sentirsi rispondere: “No, mi spiace, sono il deputato Y”.
L‘articolo integrale è sul mensile Prima Comunicazione n. 446 – Gennaio 2014