La crisi di Sorgenia si proietta come una nuvola nera sull’orizzonte editoriale di Carlo De Benedetti, rendendo lui e i suoi giornali vulnerabili. Le sue mosse e le sue dichiarazioni vengono lette secondo le logiche dell’inciucio politico perpetrato per salvare la Cir e la bottega. E, come se non bastasse, la redazione di Repubblica è sottosopra per i tagli.
I duellanti sono tornati a incrociare le spade. La sciabola di Carlo De Benedetti contro la clava del Giornale, dietro cui non è difficile intuire l’impronta dell’odiato Silvio Berlusconi. Tutto per un articolo pubblicato dal quotidiano il 12 gennaio scorso che, titolo compreso, secondo i legali di Cdb “contiene insinuazioni integralmente false” sulla partita che da mesi turba i sonni del figlio e presidente della Cir, Rodolfo De Benedetti: le disavventure della controllata Sorgenia, il primo gruppo elettrico privato italiano. Il Giornale scrive che “Carlo De Benedetti sta facendo di tutto per tenersi stretto l’intero gruzzolo ricevuto da Fininvest con il lodo Mondadori (350 milioni l’incasso netto), ma se vorrà evitare il peggio per la sua Sorgenia alla fine dovrà aprire il portafoglio”.
De Benedetti, in realtà, ha un obiettivo preciso: tirarsi fuori dalla mischia. Ovvero, secondo gli avvocati dell’Ingegnere, è falso sostenere che il risarcimento incassato da Cir per il lodo Mondadori sia nella disponibilità di De Benedetti che “non ne è più da tempo azionista”. “È inoltre falso”, prosegue la nota, “che l’ingegnere De Benedetti sia coinvolto nelle trattative riguardanti la società Sorgenia, nella quale non ha mai rivestito cariche di alcun tipo e della quale non è più, nemmeno indirettamente, azionista”.
L‘articolo integrale è sul mensile Prima Comunicazione n. 446 – Gennaio 2014