Rai, di tutto di più. Soprattutto negli sprechi. 12mila dipendenti, la concorrenza ne ha un terzo. Affitti di lusso e pensioni integrative da favola

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(IlTempo.it“Rai: di tutto, di più”. Lo slogan di un vecchio spot della televisione pubblica italiana si attaglia perfettamente agli incredibili sprechi che pesano su viale Mazzini, nascosti in alcune voci di bilancio, ben chiari in altre, emersi in maniera lampante negli ultimi anni. D’altronde, bastano i numeri più noti per capire che il risparmio di 150 milioni chiesto da Matteo Renzi non è affatto una chimera.

Per stare alle cifre più note: la Rai ha 12500 dipendenti, mentre i concorrenti Sky e Mediaset ne hanno rispettivamente 4mila e 4700. Viale Mazzini può contare su 1750 giornalisti, Sky ne ha 181 e Mediaset 300. Inoltre la Rai ha 700 dirigenti, Sky 120 e Mediaset 350. Ma i “sacrifici” chiesti dal premier appaiono a portata di mano anche se si osserva tutto il resto e nonostante qualche “sforzo” compiuto da “Mamma Rai” negli ultimi tempi. Solo qualche esempio: viale Mazzini permette alle sue maestranze di andare in “straordinario” anche alle 9 di sera; le redazioni pullulano di personale nei giorni festivi e “supefestivi”, quando la “paga” è maggiore; il 20 per cento del persone a disposizione non viene utilizzato; gli affitti per redazioni e uffici costano più di 11 milioni; ci si affida spesso, troppo spesso, ad autori “esterni” quando potrebbero essere utilizzati quelli “interni”. Affinché sia tutto ancora più chiaro, va anche detto che la Rai spende 900 milioni di euro in stipendi, il 37 per cento del fatturato. E in Rai, per capirci meglio, lavorano, direttamente o indirettamente, 80mila persone. Cifre da capogiro che poi vanno a “sbattere” contro dati come questo: Rai News totalizza uno share dello 0,61 per cento nell’arco di una giornata (per fare un raffronto, Tg Norba fa lo 0,10). Molti risparmi potrebbero partire dalle pensioni integrative dei dirigenti. Se il legislatore intervenisse, infatti, si potrebbero ridurre i costi di 8 o 10 milioni di euro.
Un discorso a parte meritano le sedi regionali, che possono contare su 2mila dipendenti. Ci sono dirigenti, funzionari, segretari, giornalisti e altre categorie, con un costo che si aggira sui 400 milioni di euro l’anno. Non sorprende, se si pensa che a Firenze, ad esempio, ci sono ben 140 metri quadrati “calpestati” da ogni dipendente, mentre a Bari circa 100 dipendenti dispongono di un palazzo di otto piani, che a Genova diventano 12. Come riportato da Panorama , nelle sedi locali ci sono 70 dirigenti, giornalisti e non, mentre i funzionari sono 200 e gli impiegati mille. Come già detto, l’affitto per i locali di redazioni e uffici costano oltre 11 milioni di euro. Servono a pagare, fra gli altri, come rivelato dal Fatto Quotidiano , lo studio del Foro Italico dove si gira Ballando con le Stelle, oppure la struttura di Borgo Sant’Angelo, che ospita alcuni canali digitali: due milioni il primo, due il secondo. I consulenti esterni sarebbero 30mila. Ci sono poi produzione che costano un occhio della testa, come il Festival di Sanremo. E non possono mancare le spese folli per programmi dimenticati. Secondo un dossier redatto dal Codacons e consegnato al la Corte dei Conti, nel quale si sottolinea che gli sprechi della Rai ammonterebbero ad oltre 60 milioni, la comparsata di Bobo Vieri a Ballando con le Stelle, ad esempio, è stata profumatamente ripagata con 600mila euro (la Rai sostiene 450mila). Alcuni programmi fallimentari sono costati 1,5 milioni di euro. Palle d’acciaio, ad esempio, è costato 1611 euro al minuto. Oppure Wild West, 490mila euro; o ancora Stile Libero Max: 1 milione e 700mila. E che dire dei 4 milioni di euro che, secondo quanto affermato dal consigliere del M5S Airola, sarebbero stati spesi per la fiction su Pietro Mennea girata anche in Ungheria? Oppure del caso del consigliere Rai Guglielmo Rositani, che fa la spola tra Rieti, la sua città, e Roma con l’auto blu? Di recente la Corte dei conti ha evidenziato che nel «se nel 2011la capogruppo ha chiuso il bilancio con un utile di 39,3 milioni di euro, nell’esercizio 2012 c’è stata una perdita di 245,7 milioni». Insomma, i conti peggiorano, la tv pubblica non si riprende ma di sacrifici, alla Rai, non vogliono neanche sentir parlare.

Fonte: Iltempo.it