(ANSA) In Rai “sono in tanti a credere di vivere in una sorta di microcosmo in cui nulla possa essere messo in discussione. Dunque, di fronte a certi ragionamenti, reagiscono come chi crede di trovarsi in un fortilizio assediato, non solo accampando pretese corporative ma anche temendo che la Rai perda centralità e funzioni”. Così il direttore del Tg La 7 Enrico Mentana interviene sulle polemiche per i tagli alla tv pubblica annunciati dal governo e intervistato dal Mattino sottolinea: “non è più tempo di una Rai generalista, bisogna darle una mission chiara nella quale le reti abbiano degli indirizzi più definiti”. Quanto al legame tra politica e informazione nella tv pubblica, “è cambiata – dice Mentana – la politica nei confronti della Rai. Perché ad un certo punto al governo è arrivato un signore che ritiene di non avere bisogno di quel legame che invece altri hanno voluto attribuire al servizio pubblico”. “Renzi ha invertito il rapporto: la politica non ha bisogno della tv. E quando dico Renzi non parlo solo di lui, ma di una nuova generazione di politici”. Il direttore si sofferma anche sulle sedi regionali: “oggi nessuna azienda si può permettere una capillarità a volte elefantiaca”. “In ogni caso non c’è solo il nodo delle sedi regionali”, “su alcune produzioni – continua il giornalista – andrebbero fatti dei tagli. In particolare alle fiction”. “Senza poi considerare le grandi possibilità di risparmio derivanti dalla messa in vendita delle quote minoritarie di Raiway”. “Io oggi lavoro per una tv che ha fatto una severa cura dimagrante – conclude Mentana -. Non capisco perché la Rai dovrebbe esserne immune”. (ANSA).