Radio Padania Libera rinuncia ad avere una presenza nazionale e cede al patron di Rtl 102.5 la concessione comunitaria per trasmettere in tutta Italia. La notizia in sè, visti i problemi economici del partito che hanno investito anche il sistema mediatico leghista con la chiusura di TelePadania prima e del giornale ‘La Padania’ poi, potrebbe non destare più di tanto attenzione, ma quella che non è di certo passata inosservata è stata la scelta del compratore.
Pur risiedendo e lavorando da più di 40 anni a Bergamo, il patron di Rtl 102.5 Lorenzo Suraci, infatti, è nato a Vibo Valentia, una città non proprio inserita nei confini della Padania tanto evocata da Umberto Bossi. Il particolare non è sfuggito alla rete, con gli utenti dei social che si sono scatenati, commentando con post e foto con smorfie di Salviani, battute su presunte nemesi divine e citazioni dal sapore latineggiante come ‘pecunia non olet’.
Secondo quanto segnalava ieri ‘Italia Oggi’, che per prima ha segnalato la notizia, l’operazione dovrebbe ammontare a poco più di due milioni di euro, cifra smentita da fonti leghiste. L’emittente fondata da Umberto Bossi continuerà a trasmettere nel Nord Italia attraverso frequenze locali e sul web, contando soprattutto su pubblicità e sul contributo dei volontari, rinunciando agli aiuti di Stato.
Radio Padania venduta a un imprenditore calabrese. Che è un po’ come vendere Radio Maria a Marilyn Manson.
— Francesco Giamblanco (@cicciogia) 19 ottobre 2016
Un calabrese ha comprato Radio Padania, la realtà supera anche la fantasia di Checco Zalone. #cadodallenubi
— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) 19 ottobre 2016
Radio Padania ceduta a un imprenditore calabrese. Dio c’è e consuma ‘nduja
— Luca Bottura (@bravimabasta) 19 ottobre 2016