Turchia: chieste condanne fino a 43 anni di carcere per giornalisti e dirigenti del quotidiano ‘Cumhuriyet’, accusati di aver sostenuto Gulen e il Pkk attraverso l’uso “fazioso e strumentale della libertà di stampa”

Condividi

Dopo 151 giorni di carcere preventivo, deciso sulla base dello stato di emergenza seguito al tentato golpe dello scorso luglio, la procura di Istanbul ha accusato di golpismo giornalisti e dirigenti del quotidiano Cumhuriyet e presentato la richiesta di rinvio a giudizio per 19 imputati, in testa alla lista dei quali figura l’ex direttore Can Dundar, attualmente in Germania e già in carcere tra novembre 2015 e gennaio 2016 per un’altra vicenda.

Le richieste del pubblico ministero, segnala sul suo sito la Fnsi, variano tra i 7 anni e 6 mesi e i 15 anni di reclusione per Dundar, il suo successore alla direzione del quotidiano Murat Sabuncu e i membri del consiglio direttivo Kadri Gursel, Aydin Engin, Gunseli Ozaltay e Bulent Yener, tutti accusati di far parte di un’organizzazione terroristica armata e aver fornito sostegno a organizzazioni terroristiche senza esserne membri.

Can Dündar con la moglie (Foto Olycom)

Una richiesta di detenzione tra gli 11 anni e 6 mesi e i 43 anni è invece stata formulata per i membri del consiglio di amministrazione di Cumhuriyet: Orhan Erinc, Oncer Celik e Akin Atalay, accusati anch’essi di terrorismo, così come il vignettista Musa Kart e i giornalisti Hikmet Cetinkaya, Mustafa Gungor e Hakan Karasinir, che a loro volta rischiano tra i 9 anni e 6 mesi e 29 anni di reclusione.

Ahmet Sik, giornalista già incarcerato nel 2011 insieme al collega Nadim Sener per aver scritto un libro che metteva a nudo le infiltrazioni nello Stato di Fetullah Gulen, imam miliardario all’epoca alleato del presidente Erdogan e oggi accusato di essere la mente del colpo di stato del 15 luglio, rischia invece tra i 7 anni e 6 mesi e i 15 anni di detenzione, con l’accusa di aver dato sostegno ed essere membro del gruppo terrorista curdo Pkk.

Secondo il pubblico ministero, Cumhuriyet sarebbe passato da una visione fedele alla Repubblica a essere succube delle direttive di Fetullah Gulen, e il tutto sarebbe avvenuto sotto la direzione di Can Dundar. Con lui lo storico quotidiano avrebbe sostenuto Gulen e i suoi piani golpisti, i separatisti curdi del Pkk, i curdi siriani del Pyd e i brigatisti rossi del Dhkp-c attraverso un uso “eccessivo, strumentale e fazioso della libertà di stampa”,, mirato a “legittimare azioni terroristiche” e allo stesso tempo ad “attaccare ripetutamente” il presidente Erdogan.