Vincent Bollorè in stato di fermo per corruzione. La replica dal gruppo: nessuna irregolarità

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Il finanziere francese Vincent Bollorè è in stato di fermo per la corruzione di funzionari pubblici stranieri in una vicenda legata a concessioni portuali in Togo e Guinea. Lo riporta ‘Le Monde’ nella sua versione online.




Vincent Bolloré (Foto Ansa)

Bolloré è attualmente interrogato negli uffici della polizia giudiziaria a Nanterre, nel dipartimento degli Hauts-de-Seine, alle porte di Parigi. La vicenda riguarda le concessioni di ottenimento della gestione dei terminal di navi container. I giudici si chiedono se il gruppo Bolloré non abbia usato Havas, la sua filiale pubblicitaria, per ottenere nel 2010 la gestione dei porti di Conakry, in Guinea e Lomé, in Togo. L’ipotesi è che Havas abbia fornito consulenze e consigli per sostenere l’arrivo al potere di alcuni dirigenti africani in cambio delle concessioni sui porti. Già nel 2016, la sede del gruppo Bolloré Africa Logistics era stata oggetto di una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta aperta nel luglio 2012.

Il gruppo Bolloré in una nota “smentisce formalmente” di aver commesso “irregolarità” in Africa attraverso la sua filiale africana SDV Afrique, precisando che le prestazioni oggetto dell’inchiesta della giustizia francese sono state “realizzate in completa trasparenza” e che l’odierna audizione di Vincent Bolloré “permetterà di chiarire in modo utile alla giustizia queste questioni già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni”.

“Le prestazioni relative a queste fatture sono state realizzate in completa trasparenza”, scrive la società, ricordando che “da oltre mezzo secolo Havas fornisce la sua expertise in comunicazione a campagne politiche nel mondo interno” e che la parte Trasporto del Gruppo “ha investito in Africa molto tempo prima della presa di controllo di Havas per delle concessioni portuarie”. Così come le concessioni ottenute in Togo nel 2001 sono precedenti all’ingresso del gruppo in Havas, quelle ottenute in Guinea nel 2011 si sono verificate “in seguito al cedimento del numero uno in lizza” (mentre il gruppo francese era arrivato in seconda posizione nella gara d’appalto), “cedimento osservato prima dell’elezione del presidente”.




“Il legame che alcuni tentano di fare tra l’ottenimento delle concessioni (portuarie,ndr) e le operazioni di comunicazione (di Havas,ndr.) è privo di ogni fondamento e – conclude la nota – rivela una pesante ignoranza del settore industriale”.

Chi è Vincent Bolloré – Scheda Agi

Da Mediobanca a Generali, ai legami con Ligresti, fino a Time Mediaset: i legami di Vincent Bollore’ con l’Italia sono di vecchia data. Classe 1952, nato a Boulogne-Billancourt, per Forbes vanta un patrimonio di 4,7 miliardi di dollari ed e’ al 248mo posto nella classifica degli uomini piu’ ricchi del mondo.

L’IMPERO DI FAMIGLIA: Vincent Bollore’, che ha preso la guida dell’impero di famiglia nel 1981, rappresenta la sesta generazione di una dinastia di imprenditori di origini bretoni la cui fortuna parti’ nel 1822 grazie alle cartiere. Negli anni il finanziere francese e’ passato per il business del tabacco, l’energia, i trasporti, le telecomunicazioni, i media, guadagnandosi la fama di abile ‘raider’ e il nomignolo di ‘petit prince du cash flow’ (piccolo principe dei flussi di cassa). Oggi, con il suo gruppo, e’ il primo azionista di Vivendi. In Francia ha lanciato anche il servizio di car sharing elettrico Autolib, per il quale aveva studiato con Pininfarina la Bluecar (oggi realizzata con Renault), ed e’ principale socio del colosso delle pubbliche relazioni Havas.
Bollore’ e’ entrato nel mondo della finanza in Italia attraverso il ‘salotto buono’ di Mediobanca, nel 2002. Fino a ottobre 2013 e’ stato anche vicepresidente di Generali, ultimo incarico ricoperto in Italia (del Leone ha una piccola quota di azioni dirette, oltre quelle controllate attraverso Mediobanca, primo azionista di Generali). Nel curriculum ha anche un’alleanza con Salvatore Ligresti, quando acquisto’ nel 2010 il 5% della holding Premafin; l’operazione gli frutto’ una multa da 3 milioni di euro da parte della Consob e 18 mesi di interdizione per avere, a detta della commissione, ‘gonfiato’ il prezzo delle azioni in vista del passaggio di controllo, poi naufragato, a Groupama. A lungo si e’ parlato inoltre di un suo interesse per Pininfarina, ma la partnership si e’ poi limitata alla costruzione dell’auto elettrica ‘Bluecar’. Risale a fine giugno del 2015, infine, la scalata su Telecom Italia, di cui e’ diventato, tramite Vivendi, azionista di riferimento.




FAMIGLIA E POLITICA: Prima della rottura del contratto su Mediaset Premium e della “scalata ostile” su Mediaset – come l’ha definita il Biscione – Bollore’ e’ stato considerato per anni vicino a Silvio Berlusconi grazie alla mediazione dell’amico comune Tarak Ben Ammar (che siede nei cda di Telecom e Mediobanca e Vivendi). Il finanziere vanta amicizie di peso anche in Francia. Celebri, con corollario di polemiche, furono nel 2007 le vacanze dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy su ‘Paloma’, lo yacht da 60 metri del finanziere. Quanto alla vita privata, Bollore’ si e’ sposato due volte e ha quattro figli; il piu’ grande, il 36enne Yannik, e’ alla guida di Havas mentre la piu’ giovane, la 28enne Marie, e’ sbarcata in Italia da membro nel cda di Mediobanca. Del resto, Vincent Bollore’ ha piu’ volte ripetuto che lascera’ gli affari al compimento del settantesimo anno di eta’. “Ma fino al 17 febbraio 2022 saremo qua”, ha promesso in passato. (AGI)