Tlc: Bankitalia, sulla banda larga l’Italia è in netto ritardo

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(AGI) – Roma, 28 ott. – L’analisi della Banca d’Italia punta il dito innanzitutto contro la scarsa alfabetizzazione informatica degli italiani. La penetrazione dei computer nelle famiglie e’ pari al 48% contro una media Ue15 del 64%. Le famiglie in cui almeno un componente accede a internet sono passate tra il 2006 al 2007 dal 35,6 al 38,8%, con una punta positiva oltre il 41% al Nord e una negativa del 18% nelle Isole. Esiste poi un problema di conformazione del territorio nazionale: piu’ della meta’ della superficie italiana e’ costituita da aree rurali o semi-rurali, isolate e poco popolate, spesso prive delle infrastrutture necessarie alla diffusione della banda larga e poco appetibili economicamente per gli operatori. Allineati ai piu’ grandi mercati della Ue appaiono invece i prezzi: quello medio per Mbitps trasmesso e’ di 4,6 dollari, mentre la velocita’ di download e’ 13 Mbitps. Si tratta di valori molto lontani da quelli Giappone e Corea, superiori a quelli di Germania e Spagna, ma inferiori a quelli della Francia. La distanza piu’ ampia si ha in realta’ per le tariffe minime per le quali l’Italia, con 27,75 dollari al mese, e’ il terzo Paese piu’ caro, superata soltanto da Norvegia e Corea e ben lontana da Francia (20,7 dollari), Usa (15), Danimarca (9,3) e Olanda (9,2). Secondo la Banca d’Italia, tuttavia, “ancor prima che sui prezzi, il problema della scarsa pressione concorrenziale nel mercato della banda larga ha risvolti negativi sullo sviluppo di nuove tecnologie e sugli investimenti in infrastrutture all’avanguardia”. E in particolare, osserva lo studio, “il perdurare finora di una posizione di monopolio sull’ultimo miglio da parte di Telecom Italia e la conseguente difficolta’ da parte” degli altri operatori, “di rendersi competitivi sul mercato, ha rallentato l’investimento in reti di nuova generazione”. La ricerca promuove “la recente presentazione da parte di Telecom dell’offerta di riferimento per la fornitura del servizio bitstream su rame e fibra ottica, a un prezzo fissato sulla base di un meccanismo che riflette il costo effettivo del servizio intermedio piu’ una quota di rendimento adeguato fissata dall’Autorita’”. Secondo Bankitalia, “puo’ costituire un utile strumento per l’ingresso di altri operatori. Occorre tuttavia”, conclude lo studio, “un controllo stringente da parte dell’Agcom sulle applicazioni dell’offerta di riferimento per i servizi bitstream da parte di Telecom Italia al fine di garantire l’effettivo orientamento al costo dei prezzi praticati agli operatori concorrenti”.