Usa/ WSJ affila armi contro NYT e conquista pubblicità  di lusso

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Usa/ WSJ affila armi contro NYT e conquista pubblicità  di lusso




Saks,Dolce&Gabbana e Luois Vuitton puntano su Bibbia Finanza

New York, 21 nov. (Apcom) – Non più un quotidiano rivolto solo agli esperti di finanza o agli aspiranti tali. Quando divenne proprietario del Wall Street Journal – tanto da ricevere l’appellativo anche di Mr. Wsj – Rupert Murdoch non fece alcun mistero della sua intenzione di rivoluzionare la ben nota Bibbia della Finanza, non solo nei contenuti, dando dunque maggior risalto alle notizie non solo finanziarie ma anche a quelle più generiche, ma anche nel look. E infatti lo stile del Wsj è oggi ben diverso, come dimostrano le stesse inserzioni pubblicitarie di prodotti di lusso, “rubate” a quelle del rivale numero uno, il New York Times.

Molti grandi nomi dell’industria del lusso hanno deciso infatti di puntare sul quotidiano. L’agenzia di stampa Bloomberg cita l’esempio di Saks, la catena Usa dei grandi magazzini di lusso, inserzionista pubblicitaria del Times dal 1924, che ora ha scelto di promuvere l’inaugurazione della sua nuova boutique Chanel sul Wall Street Journal.

“Sicuramente (il Wsj) è diventato una parte significativa del mix di spazi pubblicitari (acquistati) dai marchi di lusso – ha commentato Milton Pedraza, amministratore delegato del gruppo di ricerca dei beni di lusso Luxury Institute, con sede a New York – (Il Wsj) sta senza ombra di dubbio ‘rubando’ dollari in termini di fatturato pubblicitario”.

Tra le nuove inserzioni pubblicitarie di lusso che stanno facendo la loro comparsa sul quotidiano, si mettono in evidenza anche quelle di Dolce & Gabbana e di Lvmh Moet Hennessy Louis Vuitton.

Il fenomeno sta rendendo sempre più agguerrita la sfida tra il Wall Street Journal e il New York Times, che affilano le armi in tempi di crisi economica e del credito, cercando disperatamente di accapparrarsi la fetta più grande del mercato pubblicitario degli Stati Uniti: un mercato in forte difficoltà  visto che, stando alle stime rese note da Sanford C. Bernstein, le spese pubblicitarie subiranno nel 2009 una contrazione del 6,8% a 150 miliardi di dollari.

Il New York Times Co. sta già  scontando la debolezza dell’economia e proprio ieri si è trovato costretto a tagliare il dividendo gli azionisti di circa tre/quarti, causa il calo del fatturato. Sempre ieri il colosso editoriale ha reso noto che presso le testate New York Times, The International Herald Tribune e i loro siti online le entrate pubblicitarie sono scese del 15% nel mese di ottobre a 113,9 milioni di dollari. Da segnalare che le inserzioni pubblicitarie del comparto del lusso incidono sul fatturato pubblicitario per più del 10%; non si conoscono invece le cifre per il Wall Street Journal. Sta di fatto che, con il lancio di nuovi inserti e alla vigilia dell’arrivo di una nuova pubblicazione nel mese di dicembre, il Wall Street Journal è riuscito ad attrarre ben 28 nuovi inserzionisti pubblicitari.