CRISI: SKY; UE, CON ALLINEAMENTO IVA CASO SI CHIUDE
MA IN APRILE BRUXELLES SUGGERI’ ALIQUOTA RIDOTTA PER TUTTI
(ANSA) – BRUXELLES, 3 DIC – “A questo punto il caso è chiuso”: così Bruxelles prende atto della decisione di aumentare al 20% l’Iva su Sky, sottolineando come per la Commissione Ue l’unica cosa che conta è che si introduca un’aliquota unica per tutto il settore televisivo, a prescindere dalla piattaforma utilizzata. In caso contrario scatterebbe inevitabilmente una procedura di infrazione. Poco importa se solo lo scorso aprile, in una lettera inviata alle autorità italiane, l’esecutivo europeo suggeriva di adottare per le tv in digitale terrestre “un’aliquota Iva ridotta identica a quella applicata alle trasmissioni che utilizzano le piattaforme via cavo e via satellite”, vale a dire il 10%. In pratica, un percorso contrario a quello deciso dal governo, che ha scelto di portare tutto al 20%. Del resto – ha sottolineato la portavoce del commissario Ue alla fiscalità , Laszlo Kovacs – “spetta ai governi decidere se applicare o meno l’Iva ridotta, nel rispetto del principio della neutralità fiscale, secondo cui non ci possono essere aliquote diverse per uno stesso tipo di servizio”. Era proprio questo l’aspetto contestato all’Italia già nell’ottobre 2007, in una lettera della Commissione in cui si chiedeva a Roma di allineare le aliquote Iva, in un modo o nell’altro. Impegno preso dal governo Prodi nella missiva del gennaio 2008, quella distribuita ieri dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: “L’amministrazione finanziaria – si legge nel testo inviato a Bruxelles dall’allora esecutivo di centrosinistra – allineerà con legge l’ordinamento nazionale a quello comunitario, applicando la medesima aliquota per tutti i servizi, sia quelli fruibili attraverso canoni di abbonamento, sia quelli cosiddetti pay-per-view”. Ora le aliquote, con la norma inserita nel piano anticrisi varato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso, sono state allineate, tutte al 20%. E, ha ribadito la portavoce del commissario Kovacs, “nel momento in cui le autorità ammettono che c’é un problema e informano che hanno preso una decisione per porvi rimedio, per noi il caso è chiuso”. Da Roma, intanto, a parlare è Paolo Gentiloni, l’ex ministro delle Tlc del governo Prodi: “Quando il governo prende certe decisioni se ne deve assumere la responsabilità , senza l’alibi di Bruxelles”. “Se qualcuno ha deciso il raddoppio dell’Iva – afferma – questo è stato il governo Berlusconi. E sostenere che é un’imposizione dell’Ue è falso”. Poi, conclude, “ci sono sempre dei carteggi tra i dicasteri di Bruxelles e i dicasteri italiani. In questo caso c’erano stati con il ministero delle Finanze sulla disparità di trattamento Iva. E tali disparità potevano essere risolte in modi e tempi diversi”.