Personaggi – Vittoria Franco. La regina di Cinecittà
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 376, Settembre 2007, di ‘Prima Comunicazione’
È diventata la lady del cinema, applaudita da produttori e autori. Anche se c’è chi non ha gradito la sua proposta di legge per ridare fiato, cioè soldi, al grande schermo made in Italy. “È normale quando si imprime una svolta quasi copernicana al sistema”, commenta Vittoria Franco, presidente diessina della commissione Cultura del Senato, che assieme al deputato della Margherita Andrea Colasio a luglio ha presentato a una platea di esperti del settore la proposta di riforma dell’Ulivo per il cinema italiano (vedi primaonline.it/documenti). Tra molti applausi e qualche fischio.
L’obiettivo è ambizioso: eguagliare la Francia che al grande schermo destina 525 milioni di euro contro i 70 di casa nostra. Impresa non facile e, comunque, possibile soltanto introducendo una nuova tassa. Ed è questo il punto che sta mandando su tutte le furie le emittenti televisive, soprattutto Sky, che a differenza di Rai e Mediaset non è obbligata per legge a investire parte del proprio fatturato su produzioni cinematografiche nazionali ed europee. La senatrice Franco però minimizza, e fa subito i calcoli: con il prelievo, pari in media a circa il 4% del fatturato di tutti i soggetti della filiera cinematografica, si potrebbe già arrivare a quota 350 milioni di euro da reinvestire nel circuito. “Se condurremo in porto la legge, il cinema italiano sarà letteralmente sconvolto. In senso positivo naturalmente”, dichiara con piglio professorale.