Sindacati e associazioni – Repubblica. Sior paron dalle belle braghe bianche fora le palanche!
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 373, Maggio 2007, di ‘Prima Comunicazione’
A forza di rigettare richieste, bastonare proteste e gettare in faccia ai giornalisti di Repubblica palate di tirchieria, alla fine l’editore del quotidiano, Carlo De Benedetti, e il suo amministratore delegato, Marco Benedetto, hanno combinato un bel patatrà c. “Ora son cazzi amari!”, dicono in largo Fochetti, mentre si ricuce un minimo di dialogo tra azienda e redazione
A Roma parla Francesco Rutelli e dà l’addio alle sue margheritine, ma loro non ci sono. A Firenze si sgola Piero Fassino e fa ciao ciao ai suoi compagni diessini, e loro niente. Assenti. Insomma, un vero disastro. Nei giorni in cui la politica italiana ridisegna parte della sua silhouette, Repubblica non è in edicola per darne conto perché un’affollatissima assemblea ha decretato uno sciopero di ben sette giorni. Roba mai vista. Roba da far male davvero a un editore che vorrebbe la tessera numero uno del neopartito democratico che in quelle ore nasce tra tanti abbracci, mille tormenti e qualche lacrimona.
Quella di Repubblica è un’epopea giornalistica che vale la pena di essere raccontata perché molto spiega del periodo in cui viviamo, della forma che stanno assumendo i giornali, delle novità con cui si dovranno confrontare i giornalisti, del futuro incerto tra Internet e tagli al personale, tra stipendi modesti e carichi di lavoro imponenti, tra vecchie identità che sfumano e nuove identità che si affacciano.