Televisione – Mediaset. Adreani: Tempi difficili
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 370, Febbraio 2007, di ‘Prima Comunicazione’
Niente da fare, il mercato cala – dice Giuliano Adreani, leader della pubblicità di Mediaset. L’unica è trovare alternative al fatturato tradizionale e dare un po’ di scosse a Murdoch
Prima – Caro signor Adreani: non vorrà mica parlare di Gentiloni?
Giuliano Adreani – Absit iniuria verbis.
Prima – E io dico: Cui prodest scelus?
G. Adreani – Beh, bella questa dello ‘scelus’. Ma come si fa, dico io, a proporre una legge…
Prima – Guardi che io facevo per scherzo. Quando Gentiloni ha studiato quella legge…
G. Adreani – Come ha detto? Che Gentiloni “ha studiato la legge”. Lei ha detto “studiato”?
Prima – Per telefono ci siamo detti che non avremmo parlato di Gentiloni e della sua legge. Tanto lei mi sembra convinto che non diventerà mai legge, vero?
G. Adreani – Mi sembra poco probabile.
Prima – Allora parliamo di cose serie.
G. Adreani – Ma prima di cominciare mi dica una cosa. Ecco: lei ha capito, vero, perché la Gentiloni è una legge insostenibile.
Prima – Io non sono un esperto di sistema televisivo. L’esperto è lei.
G. Adreani – Beh, glielo dico io. La Rai ha tre reti, Mediaset ne ha tre, Murdoch oltre 120 canali. Poi ci sono 500 tivù locali. E poi ci sono un sacco di altri sistemi per trasmettere. Ma per incassare soldi da parte di chi fa televisione ci sono soltanto tre maniere. Soltanto tre: pubblicità , pubblicità più canone, pubblicità più abbonamenti. Mediaset si sostenta soltanto con la pubblicità . E, allora, io le chiedo: se io, che mi chiamo Gentiloni, faccio una legge che colpisce soltanto chi si regge sulla pubblicità , chi voglio colpire?