Servizio di copertina/2 – Montezemolo. Perchè amo La Stampa
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 367, Novembre 2006, di ‘Prima Comunicazione’
“Era il 1978 e l’avvocato Gianni Agnelli mi chiese di occuparmi in modo organico del settore editoriale della Fiat. Fu così che nacque la Itedi, Italiane Edizioni.”, racconta il presidente della Fiat e di Confindustria.
“Era un momento molto delicato per il giornale e per il Paese. Basti pensare che nel novembre del 1977 c’era stato l’orrendo delitto Casalegno. Un Paese nella bufera. E il giornale naturalmente ne risentiva. Tenendo conto delle difficoltà del Corriere della Sera travolto dagli scandali della P2 e che Repubblica era ancora agli esordi, ritenevamo che un giornale serio, molto attento alla politica estera, molto poco catalogabile politicamente e portatore di una cultura industriale potesse occupare un suo spazio importante”, scrive Luca Cordero di Montezemolo.
“La mia esperienza diretta con La Stampa si concluse mentre la direzione passava nelle mani di Gaetano Scardocchia. Poi un giorno mi chiamò l’avvocato Agnelli e mi chiese notizie di Paolo Mieli, un giovane giornalista dell’Espresso che avevo conosciuto grazie a Giampiero Mughini”, racconta il presidente della Fiat. “Chiesi all’Avvocato perché mi chiedesse di lui e Agnelli mi rispose: ‘Io credo che sia arrivato il momento di un forte salto generazionale’. L’arrivo di Mieli, portando in redazione un po’ di sana provocazione e cultura meno grigia, fu decisivo. Ezio Mauro, da parte sua, era giovane, pieno di idee e di vigore, legato a una sinistra piemontese seria. I due lavorarono con grande efficacia. Fu un tale successo che Paolo Mieli dalla Stampa fece il salto al Corriere della Sera e Mauro ne ereditò la direzione del giornale”.
E sulla scelta di rinnovare La Stampa l’avvocato Montezemolo dice: “Proprio in un momento in cui si diceva che avremmo ceduto il giornale io ho voluto esattamente il contrario: dare un forte segnale del nostro amore per questo giornale. E lo amiamo così tanto che investiamo molto in esso. Da qui l’idea di riformarlo profondamente”.