Servizio di copertina – Giancarlo Leone. Alla ricerca della Rai perduta
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 366, Ottobre 2006, di ‘Prima Comunicazione’
Giancarlo Leone, da luglio vice direttore generale della Rai per il coordinamento dell’offerta, sta lavorando a un nuovo modello di televisione pubblica per la stagione 2007-2008 e spiega come sarà .
“La Rai sta riscoprendo l’orgoglio di essere televisione di avanguardia e portatrice del servizio pubblico”, dice Leone. “Ma per fare una buona tivù oggi bisogna capire una cosa: dovendo fare performance e contemporaneamente andare in onda, non abbiamo più tempo per pensare ai prodotti di grande qualità , ai programmi buoni. La televisione generalista, insomma, deve avere due marce: una di performance e una di programmi”.
“Ecco perché la Rai si pone il problema di lavorare anche sul fronte della progettazione, di costruire accanto alla Rai che trasmette una Rai che pensa. Si è già costituito un gruppo di studio che lavorerà solo sul ‘pensiero’, cioé su come dare una risposta diversa a un pubblico che sta cambiando”, spiega Giancarlo Leone. “E dovremo aprire anche un dibattito esterno: incontrare cioè tutta l’area editoriale e testimoniale della società : opinionisti, editorialisti, gente che fa cinema e televisione, gente che viene dalla cultura. Insomma, la società della parola”.
“Queste riflessioni verranno consegnate ai direttori di canali, di testate e di generi. Vogliamo che i nostri direttori capiscano che qualità del prodotto vuol dire anche rispetto dell’orario, che i programmi devono cominciare in orario, e non andare avanti poi 3 o 4 ore ma finire entro le 23 senza scantonare per ragioni di share”, sottolinea il vice direttare generale della Rai nell’intervista a Prima. “Una programmazione di qualità , con orari e appuntamenti certi, avrà sicuramente un effetto positivo nel rapporto con il nostro pubblico e di riflesso anche con il mercato pubblicitario, sempre più sofisticato nelle sue scelte di pianificazione. Agli utenti, che spesso sono più avanti di noi e sanno benissimo che l’ascolto non è più l’unico indicatore della performance del programma, ci presenteremo con un nuovo strumento di valutazione, che stiamo mettendo a punto con il ministero delle Comunicazioni, per misurare il ‘public value’, cioè un rapporto sulla qualità erogata e quella percepita. Dal prossimo autunno affiancheremo quotidianamente questi dati a quelli di ascolto”.
“Però senza un adeguato incremento di canone buona parte della nostra progettazione per la riqualificazione del servizio pubblico è irrealizzabile”, avverte Leone. “Da due anni, per motivi inspiegabili, il canone Rai non è stato adeguato neppure ai tassi dell’inflazione. E le cose non possono andare avanti così, con il ministero che chiede alla Rai di impegnarsi sul digitale, sulla qualità dei prodotti, eccetera, senza tenere conto degli aspetti economici. Per questo ci aspettiamo che nell’arco del prossimo triennio il canone venga riqualificato in maniera significativa”.