Servizio di copertina – Mondadori acquista Emap France. Parla Nini Briglia dg dei periodici
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 364, Luglio/Agosto 2006, di ‘Prima Comunicazione’
L’acquisto per 545 milioni di euro di Emap France, terza casa editrice francese di periodici con 44 testate pubblicate, proietta la Mondadori in una dimensione internazionale e ne fa un gruppo da oltre 2 miliardi di euro di fatturato, come spiega Nini Briglia, direttore generale dei periodici.
“La nostra attività all’estero è basata sulla convinzione che esistano forti possibilità di successo per un made in Italy dell’editoria”, dice Briglia. “Italia e Francia sono i Paesi che nel mondo rappresentano uno stile di vita legato al bello e al lusso e dove si concentranno i marchi, le holding e gli investitori più importanti in questi campi. Ecco perché per la Mondadori è fondamentale aver acquistato una piattaforma editoriale in Francia, che ci permetterà di moltiplicare e accelerare la nostra azione in campo internazionale”.
“Penso che nel mercato francese – per gli investimenti sui periodici il più ricco del mondo, dopo gli Stati Uniti – ci sia spazio per periodici ad alta redditività pubblicitaria nell’area della moda, dell’arredamento, del design. E penso che il know how di Mondadori possa contribuire in forme nuove allo sviluppo di quel mercato”, continua il direttore generale dei periodici Mondadori.
Sarà uno sviluppo che va verso la diversificazione plurimediale e si basa su un nuovo modo di concepire il rapporto tra periodici e inserzionisti: La comunicazione tra aziende e consumatori mediata dai giornali prenderà sempre più forme diverse: più articolate, intelligenti e creative a favore delle aziende”, sottolinea Briglia. “Dobbiamo abituarci a pensare a un prodotto editoriale come a un centro di produzione di contenuti – d’informazione, d’intrattenimento, di servizio – che possono essere distribuiti in maniera diversificata attraverso i differenti mezzi, ciascuno con la sua specificità , a target anche vasti ma sempre più mirati. A quel punto non è così rilevante che il brand sia unicamente cartaceo”.