Personaggi – Giuseppe Guzzetti. Presidente della Fondazione Cariplo
L’articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 363, Giugno 2006, di ‘Prima Comunicazione’
Alla vigilia del congresso dell’Acri, l’associazione delle casse di risparmio e delle fondazioni di origine bancaria, di fine giugno, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, spiega perché e come i media devono aiutare le Fondazioni di origine bancaria – 88 istituti con un patrimonio aggregato di 41 miliardi di euro, che nel 2004 hanno erogato 1,274 miliardi – ad essere meglio conosciute.
“Rappresentiamo una risorsa per tutti, possiamo attivare progetti strategici in alcuni settori e introdurre innovazioni di metodo che facciano da volano per il sistema. Ma i mezzi d’informazione non mettono in rilevo che siamo un fattore di sistema come corpo intermedio fra il sistema del credito e il terzo settore, e che la nostra autonomia è una garanzia sull’uso corretto dei finanziamenti”, dichiara Guzzetti. “L’obiettivo è fare in modo che le fondazioni entrino nel cuore dei cittadini perché abbiamo dei patrimoni che suscitano molti appetiti”, sottolinea il presidente della più ricca tra le Fondazioni bancarie italiane. “I giornali ci danno abbastanza attenzione nelle pagine economico-finanziarie, e questo va bene per quanto riguarda il nostro ruolo di investitori istituzionali. Ma per missione le fondazioni sono principalmente soggetti filantropici. Questo aspetto viene trattato molto poco”.
“Non vogliamo limitarci a essere degli sportelli erogatori”, spiega Guzzetti. “La nostra ambizione è rendere le fondazioni un soggetto strategico soprattutto in certi settori che oggi sono i più drammatici per il nostro Paese: ricerca, scuola, ambiente”.
“Penso che il nostro rapporto con la comunicazione potrà migliorare se si porrà mano a una nuova disciplina del codice civile associazioni-fondazioni, che riguardi anche le nostre fondazioni facendo scomparire la specificità ‘fondazioni di origine bancaria’”, conclude Giuseppe Guzzetti. “In questo modo le nostre strutture saranno come tutte le altre e forse si smetterà di considerarci come un’anomalia finanziaria”.