Case editrici – Vnu Italia. Non sarà una passeggiata, ma teniamo duro
Non è ancora passato un mese dal varo della legge del 27 febbraio 2004 intitolata ‘Disposizioni urgenti in materia di tariffe postali agevolate per i prodotti editoriali’ che ha deciso, tra l’altro, di tagliare fuori dalle tariffe postali agevolate le pubblicazioni distribuite in abbonamento gratuito o che hanno una percentuale di pubblicità superiore al 45% su base annua. A fare le spese di questa legge sono tutti gli editori di stampa specializzata di cui 200 (con una produzione di 800 testate tecniche) sono raggruppati sotto le bandiere dell’Anes, l’associazione nazionale editoria specializzata. Tra questi editori c’è anche la società Vnu Business Publications Italia, società che fa parte del gruppo Vnu, colosso quotato alla Borsa di Amsterdam con un fatturato mondiale di oltre 4 miliardi di euro, 38mila dipendenti e attività in oltre 100 Paesi compresa AcNielsen, leader mondiale nelle ricerche di mercato e nelle misurazioni dei media, acquisita all’inizio del 2001 con una maxi operazione da 2,3 miliardi di dollari. Per Vnu Italia – che nel 2003 ha registrato un fatturato di 21 milioni di euro – il contraccolpo economico delle nuove restrizioni sulle tariffe postali agevolate è pesante: escludendo i tre periodici venduti in edicola – Pc Magazine, Computer Idea e Sm Strumenti Musicali – il grosso della sua attività è infatti concentrato nella ventina di periodici specializzati diffusi in circolazione controllata, ossia in abbonamento gratuito. Si tratta di 280mila copie distribuite da Vnu Italia che, dall’entrata in vigore della nuova legge, passano da una tariffa di spedizione di 0,1245 euro per copia a una di 0,2830 euro: uno scherzetto che per l’editore significa un aumento del 130% sui costi di spedizione. “Credo che questa legge influenzerà in modo decisivo il mercato della stampa business to business in Italia”, dice Richard Halpenny, irlandese di Dublino, che è stato chief financial officer di Vnu Europe, da settembre a capo di Vnu Italia: “Per i grandi gruppi editoriali si tratterà di rimettere a punto le strategie nei vari settori di investimento. Non sarà una passeggiata, ma cercheremo di venirne fuori al meglio. Ma la vedo durissima per le piccole case editrici che dovranno fare i conti con il forte aumento dei costi di distribuzione in un momento oltretutto non brillantissimo per i ricavi”. Al core business editoriale, Vnu Italia affianca anche l’attività fieristica generata dal gruppo Bias che ogni due anni, in corrispondenza con l’allestimento della fiera internazionale dell’automazione, strumentazione e microelettronica, assicura al gruppo un giro d’affari di 3-4 milioni di euro. Sulla tegola delle tariffe postali il giudizio del publisher dell’area informativa di Vnmu Italia, Claudio De Falco, che è anche responsabile delle attività Internet del gruppo, è duro: “Il mercato delle riviste business to business è un canale pubblicitario che evidentemente fa gola. Dal provvedimento di legge, infatti, si intravede solo una logica punitiva nei confronti di questo settore industriale che perde risorse pubblicitarie che confluiscono ad altri”.
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Nella foto, Richard Halpenny, managing director di Vnu Business Publications Italia.