“Qualcosa sta cambiando, ci sono prodotti europei che riescono ad affermarsi fuori dai confini nazionali ed è anche su questo che contiamo quando pensiamo alle nostre produzioni di fiction”, dice Lorenzo Pellicioli, amministratore delegato del Gruppo De Agostini.
Pellicioli si dimostra ottimista sulle possibilità di sviluppo delle produzioni europee di contenuti televisivi, sui quali la DeA si è impegnata a fondo con le acquisizioni di Magnolia, Marathon e Zodiak Television, riunite dall’inizio del 2009 sotto le insegne di Zodiak Entertainment, della quale lui stesso è amministratore delegato: “Posso dire che i risultati del 2008 e i budget del 2009 sono in linea con i nostri piani”.
“Siamo già presenti in una ventina di Paesi e in ciascuno abbiamo una relazione con i cinque, sei, dieci interlocutori che contano”, dice Pellicioli. “Contiamo di estendere ulteriormente la nostra presenza e di consolidare i rapporti già esistenti. Già adesso se una delle nostre società ha una buona idea può immediatamente proporla, insieme alla capacità di realizzarla, in tutti i mercati e a tutti i soggetti rilevanti. Ogni singola realtà locale ha la possibilità di offrire tutto il patrimonio di contenuti di Zodiak. Con una caratteristica distintiva importante: siamo gli unici in Europa con una riconosciuta forza in tutti e quattro i settori chiave della produzione: entertainment, animazione, fiction, documentari”.
Pellicioli sollecita norme che sostengano la produzione indipendente: “L’eccellenza della Francia nei cartoni animati, ad esempio, è anche il frutto di una precisa volontà politica, quella di favorire e proteggere la crescita di questa nuova vocazione produttivi. Direi che lo stesso vale anche per i format: i più grandi esportatori sono gli inglesi, gli olandesi e gli scandinavi ed è realmente sorprendente che manchino all’appello tutti i Paesi latini che ritengono la creatività come una propria caratteristica scontata. E’ veramente paradossale che il nostro Sud, le nostre scuole a preminente impostazione umanistica non producano talenti su questo versante. E’ un peccato che non si sia incoraggiato programmaticamente, con un sistema normativo simile a quello di altri Paesi, questo tipo di sviluppo che poteva essere naturale”.
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