Con la riorganizzazione delle vice direzioni seguita al pensionamento di Roberto Bellato, alla Stampa dal 12 gennaio si accentua il ruolo operativo di Umberto La Rocca, che alla qualifica di vice direttore aggiunge l’aggettivo vicario. Quindi oltre alle sue vecchie deleghe somma l’incarico di sostituire alla bisogna il direttore Giulio Anselmi.
Romano di nascita (1959) ma siciliano di famiglia, si è sposato tre anni fa con Marina e dal 26 settembre scorso è padre di Lorenzo. La Rocca è figlio di Felice, che è stato vice direttore del Messaggero. Proprio in Via del Tritone inizia la carriera in cronaca, poi al supplemento culturale ‘Il Segnalibro’, quindi vice e poi capo della cultura. Nel ’92 Mario Pendinelli lo nomina redattore capo delle cronache italiane, due anni dopo con Giulio Anselmi comincia a scrivere di politica e soprattutto a seguire come inviato l’avventura politica di Silvio Berlusconi. Con Pietro Calabrese diventa capo della redazione politica, ma subito dopo, quando arriva Paolo Graldi, si dimette da capo del politico e viene confinato a Macerata, entrando in aperto conflitto con l’editore.
Dopo otto mesi vince la causa che lo avrebbe reinsediato a Roma ma è Marcello Sorgi a toglierlo dagli impicci chiamandolo alla Stampa come numero due del politico; e dopo qualche tempo a Torino torna a Roma come vice e poi capo della redazione della capitale, dove resta fino alla fine dell’estate del 2005 quando Anselmi lo inserisce nel suo gruppo di vice.
Gusti: collezionare libri rari.
Disgusti: la sciatteria sul lavoro.