Inizia l’anno, e come per ogni campionato che si rispetti, è corretto analizzare i contendenti limitandosi alla disciplina che, in termini di occupazione, la fa ancora da padrona: l’advertising. Limitandoci ai primi dieci, che comunque sono più del 50% del mercato che conta.
Armando Testa dovrebbe ancora essere l’agenzia più bella del reame, cioè la più grande per fatturato. In termini di clienti non si vedono grandi rischi, soprattutto sul fronte torinese (Lavazza, Angelici, ecc.) da sempre punto di forza dell’agenzia se non per una riduzione prevedibile di investimenti e remunerazioni.
Il leader carismatico, Marco Testa, torna a pieno titolo a occuparsi dell’agenzia, dopo la parentesi da presidente di AssoComunicazione. Mancano forse le seconde linee in grado di garantire il futuro, visto che il suddetto leader viaggia attorno ai 55 anni.
Di possibili alleanze (leggi vendita a grande gruppo internazionale) se ne parla dai tempi di Paolo VI Papa ma, a meno che la crisi non obblighi a repentini mutamenti di attitudine, crediamo che il dna sia quello dell’imprenditore indipendente.
Benché ancora sofferente per la perdita di Mulino Bianco e Vodafone, la cara vecchia McCann dovrebbe essere seconda, grazie alla ricca dote di profittevoli clienti internazionali: L’Oréal, Unilever, Nestlé. Qualche problema su Roma, visto anche l’andamento dell’auto e di Opel, principale cliente locale.
In termini di management l’uomo forte è ancora e sempre Milka Pogliani, ultrasessantenne capo creativo e molto di più. Circondata da fedelissimi, anch’essi non più verdi come Cogliolo, Proto e altri. Si parla bene, tra gli emergenti, di Marco Cremona già insignito di titoli creativi importanti ma sempre sotto tutela di nostra signora, e di Simone de Martini, capo di Momentum, l’agenzia degli eventi del gruppo. Insomma solida in attesa di rinnovamento.
La terza piazza del campionato dovrebbe appartenere a Leo Burnett, con qualche immaginabile problema di fatturato sul fronte Fiat, di gran lunga il suo cliente più importante, visto l’andazzo del settore. Management relativamente più giovane, con Giorgio Brenna, ceo di estrazione finanziaria, attorno ai 50, Nicola Novellone eterno candidato alla leadership e ottimo secondo operativo e due solidi creativi come Enrico Dorizza e Sergio Rodriguez anch’essi attorno ai 50. Piccolo neo, l’impoverimento di Roma. Sarebbe messa meglio delle altre due da podio, ma forse dipende troppo, in termini di profittabilità , da clienti, oltre a Fiat, Indesit, operanti in segmenti particolarmente colpiti dalla crisi in atto. (…)