Televisione ““ Digitale terrestre. La grana delle frequenze digitali

Condividi

La Rai ha dato la disdetta a Sky, con sei mesi di anticipo sulla scadenza prevista, per l’uso dello standard Nds (quello per criptare i contenuti trasmessi via satellite da Sky), per cui a fine luglio i canali della Rai potrebbero non essere più visibili sul decoder di Sky e saranno oscurati gli eventi (cinema e sport) sprovvisti dei diritti satellitari. La mossa di Viale Mazzini fa parte della strategia che la Rai sta mettendo a punto assieme a Mediaset per contrastare la temibile concorrenza di Sky, uscita ulteriormente rafforzata dal recente passaggio al digitale terrestre in Sardegna.
Per evitare che i prossimi più impegnativi switch off si trasformino in una mezza catastrofe per i propri interessi, Rai e Mediaset si sono alleati ed hanno costituito una società  comune, Tivù, per proporre i propri contenuti sul satellite, sganciandosi dalla piattaforma di Sky. Saranno i nuovi vertici della Rai a decidere se fare un passo ulteriore e togliere da Sky le proprie reti generaliste. Intanto a Viale Mazzini è stata costituita una task force dedicata a questo tema.
Sotto il coordinamento del vice direttore generale Giancarlo Leone, fanno parte del gruppo Luca Balestrieri, direttore del digitale terrestre Rai, Fabio Belli, direttore pianificazione e controllo, Rubens Esposito, eminenza grigia dell’ufficio legale, Maurizio Braccialarghe, amministratore delegato della Sipra, Franco Matteucci, direttore del marketing strategico col suo vice Marcello Ciannamea, e Lorenzo Vecchione, amministratore delegato di Raisat.