Con la crisi che infuria un concetto ambiguo è quello della ‘share of voice’. Il teorema è dell’ad di Procter & Gamble, Alan Lafley, e apparentemente non fa una grinza: “Anche se nel 2009 taglieremo i budget, la comunicazione del gruppo non ne soffrirà : perché si compreranno gli spazi a prezzi molto più convenienti e non sarà necessario ‘urlare’ come prima per farsi sentire”. Cinismo, dura legge del mercato? Dall’universale al particolare italiano: l’ex ad di Pk Fabrizio Masini non ha perso occasione per dire che secondo lui i clienti stanno cercando di sfruttare più del lecito la situazione chiedendo sconti esagerati. Dai manager di alcuni centri media arrivano considerazioni interessanti sul tema. Paolo Stucchi, ceo di MindS 105hare assieme a Massimo Beduschi, suggerisce che in un momento come questo sarebbe più sano collaborare: “In un periodo di crisi economica”, commenta Stucchi, “le tensioni tra domanda e offerta aumentano. In genere chi compra si convince che ‘l’uva non è matura’, mentre chi vende si irrigidisce progressivamente, confidando in poco probabili imminenti riprese. Personalmente”, continua Stucchi, “penso che in tempo di crisi ‘vincere’ significhi sforzarsi di comportarsi diversamente da quello che l’intuito suggerirebbe.