TLC: RIFORMA UE; ACCORDO VICINO, MA RESTANO RISERVE
TLC: RIFORMA UE; ACCORDO VICINO, MA RESTANO RISERVE
TRA NODI ANCORA DA SCIOGLIERE OBIEZIONI ITALIA E FRANCIA
BRUXELLES
(ANSA) – BRUXELLES, 31 MAR – Resta ancora qualche ostacolo da superare sulla marcia verso il varo del pacchetto di riforma del settore telecomunicazioni: la scorsa notte le tre istituzioni europee (Consiglio, Commissione e Parlamento) hanno raggiunto un accordo politico informale, ma diversi nodi devono ancora essere sciolti. Tra questi, le riserve di alcuni Paesi – tra cui, secondo fonti di Bruxelles, Italia e Francia – nonché le frizioni tra Parlamento e Stati membri su privacy e obbligatorietà delle nuove misure. Domani la questione sarà nuovamente sul tavolo dei rappresentanti permanenti dei 27, alla ricerca di un’intesa completa e definitiva. Secondo la Commissione Ue, il compromesso raggiunto finora “ha consentito di superare i maggiori ostacoli della riforma”, come l’aumento dei poteri di Bruxelles (a cui i 27 si opponevano) che con le nuove norme potrà prendere decisioni vincolanti. Altra questione centrale è la costituzione di un organismo comunitario di controllo del settore delle tlc, il Berec, che sostituirà l’attuale Erg, l’organismo dei regolatori europei. La nuova Autorità , insieme alla Commissione Ue, potrà inviare delle raccomandazioni agli Stati membri che però non sono legalmente vincolanti. La novità – spiegano fonti vicine al dossier – è che passati due anni dalla raccomandazione, nel caso in cui questa non sia stata rispettata, Bruxelles potrà prendere delle decisioni, stavolta dal valore vincolante. In tal modo – spiegano fonti della Commissione Ue – sarà praticamente impossibile per un’Autorità nazionale varare dei provvedimenti contrari alle regole e alle indicazioni dell’Ue. Ma sul via libero definitivo (sia dei 27 che dell’europarlamento) pesano ancora le riserve di diversi Paesi tra cui l’Italia. Secondo alcune fonti, Roma sarebbe contraria ad una decisione comune sull’assegnazione delle frequenze in eccesso dopo il passaggio dall’analogico al digitale. E vorrebbe che tale decisone fosse demandata unicamente agli Stati membri, non inserita nella riforma. La Francia premerebbe invece per inserire nel testo la possibilità di tagliare la connessione agli utenti che scaricano contenuti coperti da copyright, un emendamento a cui il Parlamento Ue si oppone con forza. Per rispettare la tabella di marcia, e far entrare in vigore la riforma dal primo gennaio 2010, la plenaria del Parlamento deve approvare il testo definitivo entro maggio. Le tre istituzioni Ue torneranno quindi a riunirsi, nei prossimi giorni, per trovare un accordo sui nodi ancora aperti come l’opting out: gli Stati membri vorrebbero la possibilità di chiamarsi fuori dalle disposizioni comuni, mentre il Parlamento preme per renderle vincolanti.