Niente intorno a noi è garantito

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“John Elkann mi ha detto chiaramente: scommetto sul lungo periodo. Se hai in testa di tornare a ‘Repubblica’ fra uno o due anni dimmelo subito, perché in questo caso non se ne fa nulla. E io ho accettato, perché è esattamente quello che mi interessa: lavorare su un progetto di respiro, col tempo necessario per realizzarlo. Anche per la redazione credo sia un messaggio importante”. Mario Calabresi, direttore della ‘Stampa’ dal 29 aprile scorso, svela alcuni retroscena del suo incontro con l’editore del quotidiano torinese.
Calabresi spiega che anche alla ‘Stampa’ verrà  ridotto il numero dei giornalisti, ma che punta su un piano “meno invasivo possibile”. “‘La Stampa’ deve conservare questa sua caratteristica straordinaria di raccontare il mondo con autorevolezza, indipendenza e originalità “, dice Calabresi. “Trasformare ‘La Stampa’ in una specie di gazzettone piemontese non è il mio progetto e nemmeno quello di John Elkann”.
Per due anni corrispondente di ‘Repubblica’ dagli Stati Uniti, Calabresi è critico verso le scelte degli editori americani: “Continuano a dire che la carta è morta, e questo in un Paese dove tutti i giorni si vendono 48 milioni di copie. Roba che a me pare lunare, perché questa cifra significa che la stampa rimane un enorme business e un grandissimo mercato”. Per Calabresi invece “se va in crisi il sistema dei quotidiani va giù tutto. L’on line non basta. Per quanto riguarda ‘La Stampa’ metterò mano al sito ma non credo al miracolo: la pubblicità  che migra dalla carta va solo in piccola parte sull’on line”.

La versione integrale dell’articolo è sul mensile ‘Prima comunicazione’ n. 395 – maggio 2009

Guarda il discorso di insediamento alla ‘Stampa’ di Mario Calabresi