TLC: SITO SVELA PIANO CAIO; OCCHI A DECISIONE GOVERNO

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TLC: SITO SVELA PIANO CAIO; OCCHI A DECISIONE GOVERNO
MILANO
(ANSA) – MILANO, 19 MAG – Caio è convinto che l’Italia, nonostante tra il 2005 e il 2008 abbia fortemente rallentato i suoi investimenti in fibra mentre gli altri paesi hanno accelerato, possa ambire alla leaderschip perché “i giochi si faranno da adesso ai prossimi 3-5 anni”. Il fattore tempo è determinante e per colmare il divario Caio disegna, con il contributo dei gestori, un piano minimo che ha l’obiettivo di portare almeno 2 mega di banda al 99% della popolazione con un mix di tecnologie fisse e radio. “Il piano – prevede il consulente – può essere completato entro il 2011 se avviato entro giugno 2009 con un investimento stimato di 1,2-1,3 miliardi”. Se invece l’obiettivo del Governo fosse quello di dotare il Paese di una infrastruttura tra le più avanzate nel contesto nazionale “la velocità  di investimento osservata non appare sufficiente” osserva Caio e, di contro, “non sembrano esserci motivi perché i gestori accelerino i piani annunciati e anzi la crisi economica rischia di rallentare domanda e investimenti”. Sarebbe dunque necessario un intervento pubblico “in coerenza con la normativa europea” che potrebbe “favorire la concorrenza a livello di servizi, agire come stimolo anticiclico e portare ad occupazione e investimenti”. Il consulente del governo suggerisce dunque di “mettere a fattor comune la parte di rete che è monopolio naturale lasciando al mercato lo sviluppo dei servizi”. Ed ecco le tre opzioni, già  emerse dalle indiscrezioni di stampa. La ‘leadership europea’ ovvero la copertura di 100 città , circa 10 milioni di famiglie. Richiede un “ingente investimento pubblico e implica la creazione di un’azienda rete nazionale integrata (fibra e rame) costruita intorno alla struttura di rete Telecom, per valorizzare l’investimento pubblico ed evitare aiuti di Stato”. Richiederebbe, indicativamente, un investimento di 10 miliardi in 5 anni per la costruzione della rete in fibra. L’opzione 2 consente di “non arretrare in Europa con la copertura di 40-50 città , corrispondenti a 4,3 milioni di famiglie”. Focalizzandosi solo sulla rete nuova (fibra) implica la creazione di un’azienda rete nazionale in fibra”. Richiederebbe un investimento di 5,4 miliardi di euro nei primi quattro anni. L’opzione chiamata di “flessibilità  sul territorio” porterebbe alla copertura di 10-15 città , richiederebbe un investimento pubblico limitato e, sul modello scandinavo, vedrebbe la possibile alleanza con utility locali. Implica la costituzione di una o più aziende di rete locali focalizzate sulla costruzione di reti in fibra con gara per scegliere i partner privati”.