Tlc/ Bertoluzzo: Verificare su campo funzionamento Open Access

Condividi

Tlc/ Bertoluzzo: Verificare su campo funzionamento Open Access
Parisi: per ora non funziona. Gubitosi: non è vero ma ci credo

Roma, 20 mag. (Apcom) – Il funzionamento di Open Access, la struttura interna a Telecom creata per gestire l’accesso all’infrastruttura di rete, va verificata sul campo. Così l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, nel corso del suo intervento al convegno del Partito democratico, ‘L’Italia in rete’.

“Open Access – ha detto Bertoluzzo – va fatta funzionare sul campo. Misureremo i risultati concreti come il tempo di passaggio dei clienti, gli investimenti e la riparazione dei guasti”.
Critico il giudizio dell’amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi: “Per Open Access non sono così ottimista. È stata creata solo per evitare una multa e noi non siamo stati consultati. Per ora Open Access non è un successo anzi è un peggioramento della situazione”. Laconico il commento dell’ad di Wind, Luigi Gubitosi che si è limitato ad affermare: “Non è vero ma ci credo”.

Più in generale, per quanto riguarda il discorso sulla creazione della rete di nuova generazione con la banda ultralarga, gli operatori si sono mostrati possibilisti sugli investimenti necessari a condizione che ci sia un quadro normativo definito.
“Con regole chiare – ha spiegato Parisi – i soldi per investire nelle reti di nuova generazione ci sono”. Tra queste regole, l’ad di Fastweb ha indicato “una terminazione che retribuisca gli investimenti, una qualità  garantita e che sia certificata dall’Agcom e la necessità  di scegliere una tecnologia che non ricostituisca sulle reti di nuova generazione il monopolio esistente sulla rete in rame”.

Bertoluzzo ha quindi allargato il discorso alle ipotesi di scorporo della rete Telecom: “Telecom Italia è oggi monopolista nella rete di accesso in rame ma è anche un’azienda privata quindi – ha evidenziato – è certamente impossibile pensare a un esproprio ma non può però beneficiare di contributi pubblici. In sostanza – ha sottolineato – se diciamo no allo scorporo dobbiamo dire no ai soldi pubblici”. Secondo l’ad di Vodafone, “per avviare il passaggio alla fibra ottica è necessario partire dalla rete in rame altrimenti l’investimento sarebbe insostenibile e questo ci porta inevitabilmente a parlare della creazione di una società  della rete (sulla falsa riga della prima ipotesi contenuta nel cosiddetto rapporto Caio, ndr). Non possiamo fermare il ragionamento – ha aggiunto – su cosa serve al Paese in futuro solo perché la rete è di proprietà  di un’azienda privata”.

Infine, Gubitosi ha mosso una critica alle ultime decisioni dell’Agcom sul canone di unbundling che, ha sottolineato, “hanno contribuito ad anestetizzare la nostra capacità  di competere. Il mercato del fisso è preoccupantemente tranquillo e investiamo in un vacuum di progetto, mentre il mobile va molto bene”.