Assinform: A livello locale i servizi on line non decollano

Condividi

Assinform: A livello locale i servizi on line non decollano
Sull’Ict troppo lento l’utilizzo dei pochi fondi disponibili
Roma, 10 giu. (Apcom) – Una pubblica amministrazione locale in grande difficoltà  nel modernizzarsi, nel migliorare la qualità  delle proprie prestazioni e servizi, nel colmare il gap d’innovazione con i principali paesi europei. I risultati sono la disomogeneità  della digitalizzazione sul territorio e fra gli enti stessi; il basso gradimento da parte dei cittadini dei servizi on line, solo informativi e il mancato decollo di quelli evoluti e interattivi che sfruttano internet veloce. E’ l’allarme del presidente di Assinform Ennio Lucarelli che ha presentato i risultati del 3° Rapporto sull’ICT nella Pubblica Amministrazione Locale, basato su un’indagine condotta su un campione composto da 873 enti tra Regioni, Comuni, Province e Comunità  Montane (esclusi Sanità  Locale e Utilities).

“Non possiamo, a questo punto, non manifestare allarme e preoccupazione per il fortissimo ritardo con cui la Pa locale si sta presentando all’appuntamento con l’innovazione digitale.
Ritardo dovuto a volumi troppo bassi di spesa in Ict, destinati a contrarsi ulteriormente nel 2009 pur essendo già  oggi agli ultimi posti in Europa; a una ridotta capacità  – ha affermato – di spendere in tempo utile le risorse comunque disponibili per l’innovazione, le quali per la gran parte non vengono messe a frutto perché rimangono impantanate nelle incapacità  e inefficienze dei governi locali; all’aumento del mercato protetto dell’in house che, diventato la modalità  di fornitura largamente prevalente nei contesti regionali, non consente, di fatto, un controllo sulla spesa e sulla qualità  delle forniture e dei servizi erogati”.

Lucarelli ha ricordato che la spesa della Pubblica Amministrazione Locale marcia con incrementi annui assai modesti e volumi bassi, ma nel 2009, per la prima volta, ci sarà  un tasso negativo: – 0,6% per un ammontare di 1.371 milioni di euro (che annulla la modesta crescita del 2008 rispetto al 2007, + 0,5%).
Il tutto avviene in un trend di spesa della Pa in generale, inclusa quella relativa alle Amministrazioni Centrali, in calo da anni, che colloca l’Italia al di sotto dei principali paesi europei.

Con una spesa It per abitante che non supera i 40 euro, il nostro paese si trova ben distante dalla soglia degli 80 euro della Francia, dei 60 euro della Germania e dei 140 della Gran Bretagna. Ciò è aggravato dal paradosso che la gran parte delle risorse disponibili rimangono inutilizzate. L’indagine, infatti ha evidenziato come dal 2002 al 2007, siano arrivati alle Regioni, tramite gli Accordi di Programma Quadro, fondi per 1.259 milioni di euro. A metà  del 2007, data dell’ultima verifica del Ministero del Tesoro, ne risultavano spesi appena 349 milioni, pari al 27,7%. Ovvero 910 milioni dei fondi per l’innovazione pubblica locale non erano stati ancora utilizzati. In particolare, a 2,5 anni dalla loro erogazione era rimasto infruttuoso il 55% -pari a 153 milioni- degli stanziamenti del 2004 e dopo 1,5 anni rimaneva da spendere ancora l’81% -pari a 697 milioni- dei fondi 2005.

E’ risultato poi che ormai ricorrono all’in house il 73% delle Regioni. Ora considerando che da questi enti transita il 60% del totale della spesa It della Pal, ne consegue che la maggior parte della domanda in Information Technology rimane per lo più incanalata in un circolo che non subisce alcuna selezione concorrenziale. E i risultati si vedono sul campo. Se da una parte, rispetto alla precedente indagine del 2008, emerge come sia stato ormai innescato un ciclo positivo nel processo di dotazione tecnologica di base degli enti, dall’altra permangono risultati del tutto insoddisfacenti sul fronte dei servizi effettivamente erogati ai cittadini. E il gradimento è bassissimo. Infatti la quota di utilizzo dei servizi on line da parte dei cittadini italiani, che sono effettuati in buona parte a livello locale e regionale, è risultata la più bassa fra i principali paesi. Appena il 15% per l’Italia, a fronte del 32% della Gran Bretagna, 43% della Francia, 33% della Germania e del 28% della media dell’Ue a 27.

“Riteniamo – ha incalzato Lucarelli – che in una situazione di scarsità  di risorse come l’attuale, sprechi, ritardi e inefficienze sull’innovazione siano da ridurre drasticamente. Il Paese per riprendere a crescere ha bisogno di servizi pubblici evoluti, che consentano a cittadini e imprese di risparmiare tempo, denaro e aprano a tutti nuove opportunità . Per questo è necessario che la Pa locale compia un deciso salto di qualità  e lo può fare mettendo a frutto le risorse disponibili, allineando programmi e obiettivi, controllando i risultati”. Come? Secondo il Presidente di Assinform è fondamentale il compito della Funzione pubblica e del Ministro Brunetta, cioè è “indispensabile il concerto fra la Conferenza Stato-Regioni e il Piano e-Government 2012, in cui stabilire una cabina di regia sull’innovazione nella Pal; bene la rilevazione della soddisfazione degli utenti con metodi come gli Emoticons, ma va inserita in un progetto sistemico per conseguire il controllo sui risultati, sia interni che esterni, in una logica di prevenzione e correzione a monte delle falle; per risparmiare sui costi ed erogare servizi in maggior numero e di migliore qualità  occorre investire sulle “best practices” in atto nella Pal, rendendole soluzioni riproponibili e applicabili in altre sedi”. “Ieri – ha concluso Lucarelli – il Ministro Brunetta ha affermato che l’Italia deve procedere a liberalizzazioni nei prossimi 100 giorni. Benissimo, sottoscriviamo in pieno e lo invitiamo a iniziare dall’Information Technology. Ridare alla domanda pubblica quel ruolo di stimolo e crescita dell’offerta, attraverso il ricorso, in regime di concorrenza, alle migliori proposte del libero mercato è un passo indispensabile se si vuole accelerare sull’innovazione”.