Rai/ Di Pietro: E’ costola Mediaset, scandaloso show su Rai3-Tg3
Temporeggiamento dovuto a congresso Pd
Roma, 25 ago. (Apcom) – “La Rai cambi nome perché non è più una televisione di Stato ma una costola di Mediaset governata da portaborse alla corte dei partiti”. E’ tranchant il giudizio di Antonio Di Pietro che, sul suo blog, afferma: “Dopo le nomine dei controllori della Commissione di Vigilanza, dopo la spartizione del CdA, dopo l`occupazione delle dirigenze, rinnovate a prescindere dalla meritocrazia e dall`operato degli uscenti, stiamo assistendo all`ultimo scandaloso show sul ritardo nelle nomine di Tg3 e Raitre”.
“Il temporeggiamento – afferma il leader dell’Idv – è dovuto all`attesa del congresso del Pd perché, se vincesse uno piuttosto che l`altro, la scelta dei portaborse per ricoprire le due poltrone vacanti sarebbe differente. Il Pdl, che si indigna per questo contrattempo, ha piazzato già da tempo i propri chihuahua praticamente in tutte le altre posizioni!”.
Ma per di Pietro, “non è solo questa indecente occupazione della politica che ha trasformato la Rai da un servizio di pubblica utilità a cavia per privati interessi, quanto l`ingerenza Mediaset nella governance e negli economics delle televisioni di Stato. In 19 giorni d`agosto sono stati criptati 168 eventi della tivù pubblica su Sky, il che ha determinato, come prevedibile, importanti crolli di audience e dunque di appetibilità in termini di pubblicità delle reti di Stato”.
“Il ruolo di una televisione di Stato – sottolinea l’ex pm – è informare, educare e divertire i suoi cittadini e non scendere in guerra, nel ruolo di kamikaze, contro la concorrenza all`impero del Presidente del Consiglio. Dopo aver dirottato la pubblicità di aziende statali o parastatali su Mediaset, il Presidente del Consiglio, per mano di Mauro Masi, sta accingendosi a ridurre la Rai in pezzi facendogli perdere oltre a milioni di euro di Sky, ossigeno vitale per i conti economici dell`azienda, spettatori e pubblicità . E a fronte di cosa? Della bufala TivuSat: una scommessa alle spalle dei cittadini e dei dipendenti di Viale Mazzini persa in partenza e dalla quale si avvantaggeranno solo le aziende di famiglia Berlusconi”.
“Italia dei Valori nel suo programma di governo – conclude – prevede l`estromissione della politica dalle nomine pubbliche a tutti i livelli, anche quelle Rai, la revisione del prezzo delle concessioni delle frequenze radiotelevisive a Mediaset (ora ad uno scandaloso 1% del fatturato), ed una legge, mai voluta da destra e sinistra, sul conflitto di interessi che metta nell`impossibilità di vedere la figura di un ricco monopolista alla guida dell`Italia, così come accade nei Paesi sviluppati”.