EST:RUSSIA
2009-09-07 16:11
RUSSIA: CONDE’ NAST TAGLIA ARTICOLO SU PUTIN, POLEMICHE
BLOGGER, CENSURA SU ATTENTATI ’99. DIREZIONE NEGA, ROBA VECCHIA
MOSCA
(ANSA) – MOSCA, 7 SET – Il gruppo editoriale Conde’ Nast ha limitato alla sola edizione cartacea americana del mensile Gq un articolo intitolato “L’oscura ascesa di Putin al potere”, evitando la sua traduzione e pubblicazione nelle parallele edizioni straniere, in particolare in Russia. Una decisione che ha aperto un dibattito tra blogger Usa e russi, secondo i quali si tratterebbe di un caso di censura o autocensura per evitare le reazioni delle autorità russe ed eventuali sospensioni della versione russa di Gq. La direzione di quest’ultima, tuttavia, smentisce. L’articolo, scritto dal giornalista di guerra americano Scott Anderson, si basa su un’intervista dell’ex agente dell’Fsb (i servizi segreti russi) Mikhail Trepashkin, che rilancia la tesi non nuova di un coinvolgimento dell’intelligence di Mosca nelle esplosioni di alcuni edifici della capitale nel settembre di dieci anni fa (94 vittime il 9 settembre e 118 il 13 dello stesso mese). Gli attentati furono attribuiti alla guerriglia cecena, secondo questa tesi, per preparare il terreno all’ascesa di Putin, l’oscuro capo dell’Fsb nominato un mese prima premier e ormai lanciato nella successione al presidente Boris Ieltsin. Il nuovo leader del Cremlino acquistò grande popolarità proprio avviando la seconda guerra russo-cecena. Il direttore dell’edizione russa di Gq, Nikolai Uskhov, smentisce di aver subito pressioni o di aver ceduto all’autocensura, come riferiscono i giornali Kommersant e Nezivisimaia Gazeta. “Questo articolo non è uscito in Russia perché non c’é niente di nuovo”, assicura Uskhov. “Tutte queste storie sull’Fsb – aggiunge – sono già note da tempo, non c’é niente di sensazionale; del resto nel 2005 noi avevamo intervistato l’ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko”, avvelenato con polonio radioattivo a Londra, “e lui ci aveva raccontato le stesse cose”. “Non ho ricevuto alcuna direttiva dagli Usa, l’ufficio americano non può influenzare la nostra politica editoriale: l’edizione russa, come qualsiasi edizione straniera, é prodotto autonomo e non abbiamo l’obbligo di riportare gli articoli della versione americana”, prosegue. L’obiettivo di limitare l’articolo entro i confini americani, evitando anche la versione online, è comunque fallito: alcuni blogger hanno già reso disponibile il testo in russo e Radio Eco di Mosca ha aperto un dibattito sul caso. Critico il commento del presidente dell’Unione dei giornalisti russi, Sievolod Bogdanov, in un Paese dove tv e gran parte dei media sono sotto il controllo diretto o indiretto del potere politico: “é sempre più utile presentare un punto di vista su quegli avvenimenti piuttosto che passarlo sotto silenzio. Non è un segreto che questo può creare problemi con le autorità e quindi non tutti decidono di farlo”. Più esplicito l’avvocato Robert Amsterdam, uno dei legali dell’ex patron di Yukos Mikhail Khodorkovski, vittima secondo molti di un processo politico: ‘Il fatto che Gq abbia seppellito l’articolo testimonia quanto sia ancora grande il controllo del Cremlino”. (ANSA)
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