Rai/ Rizzo Nervo: Dg faccia interessi azienda

Condividi

Apc-Rai/ Rizzo Nervo: Dg faccia interessi azienda

Per lui tre consigli, e partecipi a manifestazione il 19

Roma, 15 set. (Apcom) – “Un editore che vuole fare gli interessi della sua azienda difenderebbe con i denti i suoi prodotti di successo e i professionisti che quel successo hanno determinato.
Se non lo fa vuol dire che l’editore difende altri interessi”. Lo scrive Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai, in un editoriale su Europa in cui si rivolge al direttore generale Mauro Masi dopo la vicenda Ballarò.

“Dispiace – scrive Rizzo Nervo – che un professionista intelligente come Mauro Mazza abbia affermato ieri in conferenza stampa che Rai1 aveva già  cambiato di recente, senza proteste, la programmazione in occasione della Champions League. Perché quell’esempio è proprio la prova, neutra e non politica, che i palinsesti si cambiano soltanto di fronte ad eventi non prevedibili. Nessuno, infatti, avrebbe potuto immaginare due mesi fa che i sorteggi avrebbero messo in campo gli scontri più attesi dai tifosi italiani: Inter-Barcellona, dopo il “tradimento” di Ibrahimovic, e Real Madrid-Milan, dopo l’abbandono di Kakà . Lo slittamento di Ballarò, a sole 48 ore dalla sua messa in onda e tre giorni dopo la conferenza stampa di presentazione è tutt’altra cosa ed è dettato esclusivamente da ragioni politiche e non editoriali. Non stravolgere i palinsesti se non in presenza di eventi straordinari è regola aurea di tutte le televisioni, pubbliche o private che siano. La consegna delle prime case ai terremotati di Onna è sicuramente un fatto importante ma che non ha colto nessuno di sorpresa, ad eccezione evidentemente di qualcuno in Rai. Sapete, lettori di Europa, quando fu annunciato per la prima volta che il 15 settembre sarebbero stati consegnati i primi prefabbricati? Lo disse lo stesso presidente del consiglio il 19 maggio a conclusione della sua dodicesima visita all’Aquila. Tre mesi fa!”.

“Per favore, allora, non prendiamoci in giro. L’episodio di Ballarò è grave in sé ma denuncia senza mezzi termini che si vuole non solo compiacere e non disturbare il manovratore ma anche attuare un preciso disegno per anestetizzare le ultime “diversità ” che resistono nel servizio pubblico radiotelevisivo.
I segnali ci sono tutti: il tentativo ostinato e ripetuto di cambiare il direttore di Rai3, le difficoltà  disseminate a piene mani per intralciare la partenza di Annozero e non rinnovare il contratto a Marco Travaglio, la decisione di “approfondire giuridicamente” i contratti di Report per privare la Gabanelli e i “suoi” dell’assistenza legale come se fossero dei potenziali delinquenti e non il fiore all’occhielo dell’informazione d’inchiesta della Rai, le difficoltà  dell’ultimo momento per la ripresa di Che tempo che fa ed altro ancora”.

“Per questo, senza ironia o vis polemica, mi permetto di dare tre suggerimenti al direttore generale: a) faccia al più presto una dichiarazione con la quale condivide la linea editoriale e i risultati di Rai3, b) si ricordi sempre che è stato chiamato a dirigere una televisione pubblica e non una televisione di stato (per intenderci BBC e France television sono televisioni pubbliche, quella cinese e quella iraniana sono invece televisioni di stato), c) non cada nella tentazione del blitz e diffidi di chi si rende disponibile a guidare Rai3 anche con un voto che spacca il consiglio di amministrazione. Questa volta la reazione non sarebbe soltanto un comunicato di sdegno e di condanna. Ma vorrei dargli anche un quarto consiglio: aderisca alla manifestazione indetta sabato a Roma dalla Fnsi in difesa della libertà  di stampa che per un servizio pubblico radiotelevisivo è un valore irrinunciabile”.