CEI: BAGNASCO,CON ATTACCO A AVVENIRE COLPITA TUTTA LA CHIESA
(AGI) – CdV, 21 set. – Con parole misurate, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e’ tornato a condannare oggi l’attacco del Giornale di Vittorio Feltri al direttore di Avvenire Dino Boffo, che in seguito a questo ha presentato le sue dimissioni. “E’ ancora vivo in noi – dice Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente – un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunita’, ha finito per colpire un po’ tutti noi: la gravita’ dell’attacco non puo’ non essere ancora una volta stigmatizzata, come segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere”. “La telefonata che il Santo Padre ha avuto la bonta’ di farmi, per raccogliere notizie e valutazioni sulla situazione contingente, e le parole di grande benevolenza che egli ha riservato al nostro impegno – confida il presidente della Cei agli altri porporati e presuli riuniti a Roma – ci hanno non poco confortato”. Ribadendo che “la Chiesa e’ in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non puo’ essere coartata ne’ intimidita solo perche’ compie il proprio dovere”, in sintonia con l’invito pronunciato ieri dal Papa all’Angelus, a rinunciare ad ogni aggressivita’, nel suo intervento Bagnasco indica una linea di condotta (“che non va pero’ equivocata”) volta a non acuire le tensioni nel Paese e anche quelle che possono essersi create all’interno della comunita’ ecclesiale. “Seguendo la sapienza della Croce – afferma – liberi da interpretazioni estranee alla logica della Chiesa e nel rispetto delle persone, tutto acquista una prospettiva diversa, e le tribolazioni, che pur non cerchiamo, diventano il germe misterioso di salvezza e di bene gia’ in questa vita e poi per l’eternita’ “. “Siamo ben coscienti – scandisce – che gli altri, guardandoci, hanno il diritto di ricevere da noi, dal tessuto della nostra vita comunitaria, una testimonianza genuinamente cristiana. E anche quando i punti di vista possono essere legittimamente diversi, non possiamo comportarci in maniera triste, come quelli che non hanno speranza”.