Apc-Telecom/ Asati: serve aumento da 10 miliardi, via Telefonica
Associazione piccoli azionisti: è unica alternativa a status quo
Milano, 2 ott. (Apcom) – Se Telecom Italia vuole competere a livello mondiale e far parte nel prossimo futuro del gruppo dei big mondiali delle tlc, la sola vendita degli asset no core non basta ma è necessario reperire urgentemente consistenti risorse finanziarie e l’unica alternativa allo status quo attuale è un aumento di capitale non inferiore ai 10 miliardi euro. Operazione a cui non dovrebbe aderire Telefonica, che uscirebbe da Telco. E’ quanto scrive Asati, l’associazione che raccoglie circa 2.300 piccoli azionisti did Telecom, in una lettera inviata ai vertici dell’azienda, ai principali soci riuniti in Telco e al governo.
“La sola vendita degli asset no core (Bbned, Hansenet, Sparkle, Etecsa) della cui vendita ci sarebbe da discutere (soprattutto sull’opportunità per Etecsa e Sparkle), analizzata la presenza attualmente modesta di Telecom all’estero e analizzati gli importi della vendita inferiori a quelli annunciati (non più 3 miliardi ma meno) – scrive Asati – non è in grado di far uscire la società da una situazione di stagnazione”. L’unica alternativa sarebbe quindi “un aumento di capitale non inferiore ai 10 miliardi destinato tra l’altro alla parziale riduzione del debito, a cogliere opportunità per una espansione all’estero e far ripartire l’azienda”. Secondo l’associazione all’aumento di capitale non dovrebbe aderire Telefonica, “che uscirebbe da Telco”. Una parte dell’aumento di capitale “potrebbe essere riservato a fondi nazionali disponibili a entrare in una Telco2 in sostituzione di Telefonica, un’altra parte potrebbe essere destinata a trasformare obbligazioni onerose di lunga scadenza in azioni”. La nuova Telco2 avrebbe circa il 27% di Telecom. “Senza questo intervento – sostiene l’Asati – Telefonica continuerà la sua corsa verso i big europei mentre Telecom rischia di rinchiudersi in un operatore domestico in Italia”.
Parlando di Telefonica, Asati scrive: “Il vero problema – scrive – non è solo la garanzia dell’italianità di Telecom, garantita da Telco, ma le sinergie industriali con Telefonica che è uno dei primi operatori mondiali di Tlc. I vantaggi che ha avuto Telefonica dall’entrare in Telco-Telecom, e gli svantaggi consistenti che, di contro, ne ha ricavato Telecom sono visibili a tutti”.