TV: ASR, “CHE FINE FARA’ LA7?SEMPRE PIU’ VOCI DI SMEMBRAMENTO”
(AGI) – Roma, 8 ott. – “Che sta succedendo a La7? Qual e’ il futuro di quello che doveva essere il Terzo Polo televisivo?”. Domande che si pone l’Associazione stampa romana sottolineando in una nota che si tratta di “domande che non sono mai passate di moda, anche perche’ nessuno ha mai dato una riposta convincente, ma che ora, alla luce dei rumors ricorrenti e dell’articolo di oggi su ‘Il fatto quotidiano’ (“Ben Ammar e la caccia a La7″) diventano di grande attualita’. Vi si segnala come siano sempre piu’ concreti gli indizi di uno smembramento di Telecom Italia Media, con La7 destinata a finire nelle mani di Tarak Ben Ammar che e’ tra l’altro vicepresidente di Telecom e da sempre in ottimi rapporti con Mediaset”. L’Asr aggiunge che “nel risiko che il passaggio alla tecnologia digitale ha scatenato attorno alla torta televisiva, sembrava che La7, giudicata secondaria e non strategica dal suo stesso azionista di riferimento, ovvero Telecom, fosse destinata a una lenta agonia. L’ultimo colpo alla credibilita’ dell’emittente l’aveva assestato lo stato di crisi voluto dai vertici Telecom e risoltosi con un contratto di solidarieta’ tutto concentrato sulle professionalita’ del Tg. Un controsenso in una tv che fa dell’informazione il suo fiore all’occhiello e che non e’ mai decollata certo non per colpa delle sue maestranze, giornalisti e tecnici. La voce a cui da’ corpo l’articolo del quotidiano e’ circolata insistentemente da settimane, senza che i diretti interessati si siano sognati di smentirla. Ma quel che e’ preoccupante e’ lo scenario che si andrebbe delineando: un digitale terrestre privato tutto nelle mani di Mediaset, un digitale satellitare in duopolio: con la Rai a reggere la coda del Biscione nella piattaforma con Mediaset e, guarda caso, Telecom e dall’altro versante il magnate Murdoch con Sky. E la libera concorrenza? E il pluralismo? E i posti di lavoro di decine di giornalisti, tecnici e amministrativi? Domande alle quali adesso va data una risposta e subito”. L’Asr sollecita “un’iniziativa forte della Fnsi, da estendere anche agli altri sindacati, magari un esposto alla Autorita’ Garante per la concorrenza, perche’ dopo non si dica che nessuno sapeva. E il contratto di solidarieta’? Alla luce degli eventi assume tutt’altro significato e forse, viste anche le ripetute violazioni denunciate dal Cdr, sarebbe il caso di ridiscuterlo”.