RCS: IN PATTO CODICILLO ANTI-SCALATA STUDIATO PER RICUCCI

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RCS: IN PATTO CODICILLO ANTI-SCALATA STUDIATO PER RICUCCI
MILANO
(ANSA) – MILANO, 10 OTT – (ANSA) – MILANO, 10 OTT – Il codicillo ‘anti-scalata’, messo a punto dai grandi soci del gruppo che controlla il Corriere della Sera nell’estate del 2005 per ostacolare l’assalto dell’immobiliarista romano Stefano Ricucci, entra a far parte a tutti gli effetti del patto di sindacato che governa il gruppo editoriale. E’ quanto emerge dalla lettura dell’estratto del patto pubblicata oggi sul Corriere della Sera. La norma prevede che, nel caso del lancio di un’offerta pubblica di acquisto su Rcs Media Group, i partecipanti al patto “dovranno comunicare al presidente” dello stesso se intendono a meno rinunciare al diritto di recesso che, in caso di Opa, l’articolo 123 del Testo unico della finanza attribuisce ai membri di un accordo parasociale. “Il partecipante che si sia avvalso della facoltà  di recesso” (ossia che voglia svincolarsi dal patto e conferire all’Opa le sue azioni), si legge nell’integrazione, “sarà  obbligato a vendere le azioni sindacate agli altri partecipanti” del patto “che a tale facoltà  abbiano viceversa rinunciato”.

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MILANO
(ANSA) – MILANO, 10 OTT – Il patto attribuisce ai suoi componenti “cinque giorni” di tempo dalla comunicazione dell’offerta pubblica di acquisto (ai sensi dell’articolo 102 del Tuf) per informare il presidente sulla volontà  o meno di avvalersi del diritto di recesso. All’obbligo di vendere le proprie azioni al patto da parte di chi vuole aderire all’Opa non corrisponde però un obbligo di acquisto in capo a chi resta nel patto: “gli acquirenti (così definiti nel patto, ndr) hanno il diritto ma non l’obbligo di acquistare le azioni stesse”. La quota che i soci rileveranno sarà  “in proporzione alla percentuale di azioni da ciascun acquirente apportate al patto e con diritto di accrescimento proporzionale a favore di chi eserciti l’opzione rispetto a chi non la eserciti. In caso di più venditori “l’opzione di acquisto potrà  essere esercitata anche solo nei confronti di uno o taluno di essi” e dovrà  essere “esercitata entro le ore 18 del terz’ultimo giorno precedente la scadenza originaria o prorogata dell’offerta pubblica”. Il prezzo di acquisto sarà  “pari al corrispettivo dell’offerta se in denaro ovvero, se il corrispettivo sia in parte o in tutto in titoli”, con una somma di denaro che valorizza i titoli offerti in scambio” sulla base di alcuni criteri a seconda che siano quotati o meno. “In caso di rilanci ed offerte concorrenti – si legge ancora nell’integrazione -si darà  luogo ai corrispondenti adattamenti”. “Trasferimento e pagamento” delle azioni “avverranno nei termini previsti dall’offerta pubblica” ma saranno condizionati “al buon esito della stessa”. Con una sola eccezione: il caso in cui “l’offerta non abbia avuto successo esclusivamente per il mancato apporto delle azioni” rilevate dal patto anziché apportate all’Opa. Le integrazioni al patto sono state apportate in occasione della riunione dei grandi soci dello scorso 30 settembre e attribuiscono ai grandi soci del Corriere la possibilità  di neutralizzare le scalate ostili.