INFORMAZIONE/PE: CASO ITALIA DOMANI AL VOTO A STRASBURGO
(ASCA) – Roma, 20 ott – Tutto pronto all’Europarlamento per l’atteso voto sulla liberta’ di informazione. Domani, infatti, l’assemblea di Strasburgo si pronuncera’ sulla risoluzione ”Liberta’ di espressione in Italia e in altri Stati membri dell’Ue”. S&d, Alde, Verdi e Gue presenteranno una proposta comune di risoluzione che, in questo modo, avra’ maggiori possibilita’ di essere adottata, magari con ulteriori emendamenti votati in Aula. Il riferimento specifico alla situazione italiana e’ stato mantenuto grazie alla bocciatura, avvenuta ieri sera all’inizio della sessione plenaria, della proposta del Ppe che avrebbe voluto eliminare la parola ”Italia” dalla risoluzione, appellandosi alla necessita’ di discutere di una questione europea e non di un singolo Paese membro. Proposta, quella di ieri, che ha ricevuto 231 voti contrari del centro-sinistra, 195 a favore e 9 astensioni. ”C’e’ stata una grande compattezza di voto nel Gruppo S&D e grazie al gruppo anche una grande unita’ del blocco di centro sinistra. Oggi e’ stato fatto un altro passo avanti perche’ si possa arrivare ad un’ampia legislazione europea sul pluralismo dei media”, ha commentato David Sassoli, capo delegazione del Pd al Parlamento europeo. I deputati europei dovranno pronunciarsi cosi’ sulla risoluzione in difesa del pluralismo dei media e contro il conflitto d’interessi, definito piu’ volte dalla destra, come una ”manovra” realizzata ad arte contro il capo del governo italiano Silvio Berlusconi. Anche se fino al voto niente puo’ essere dato per scontato, sembra chiaro che la risoluzione intende ribadire che ”la liberta’ e il pluralismo dei media sono un requisito essenziale, e che questi diritti includono la liberta’ di esprimere opinioni e la liberta’ di ricevere o di comunicare informazioni, senza interferenze o pressioni da parte delle autorita’ pubbliche”. Nella risoluzione comune, firmata tra gli altri da Sassoli e Luigi de Magistris, compare inoltre una critica rivolta alla Commissione europea, che ”nonostante le ripetute richieste da parte del Parlamento europeo per una direttiva sul pluralismo dell’informazione e della concentrazione dei media, non ha incluso tali questioni nel campo di applicazione della revisione della TV ‘senza frontiere”’. Inoltre il Parlamento europeo – si legge nella risoluzione firmata dai 4 gruppi – ha ripetutamente invitato la ”Commissione, affinche’ emettesse una comunicazione urgente per la tutela del pluralismo dei mezzi di comunicazione e di concentrazione dei media negli Stati membri, con una proposta di direttiva sulle stesse questioni fondata su una base giuridica che i trattati prevedono chiaramente”. Per gli eurodeputati vi sono ”segnali” che in diversi Stati membri, il pluralismo dei media e’ ”sotto attacco”: la Freedom House ha collocato per esempio l’Italia al 73esimo posto e menzionato la situazione critica in Romania e Bulgaria. La risoluzione comune, oltre a ribadire la necessita’ di garantire il pluralismo dei media in Europa, parla molto apertamente della situazione in Italia dove ”negli ultimi mesi sono cresciute le preoccupazioni a causa del conflitto di interessi” relativo al Primo ministro ”propretario di media e a cui fa riferimento il controllo di principali mezzi di comunicazione privati e pubblici”. Il governo italiano, spiega la mozione, inoltre ”ha pesantemente interferito nel servizio pubblico di radiodiffusione televisiva, in particolare in relazione alla definizione dei programmi, la nomina degli amministratori, direttori e giornalisti, con un impatto sul pluralismo dei media”. Inoltre la risoluzione comune fa cenno alla polemica dei portavoce dell’esecutivo europeo ricordando come Berlusconi ”abbia chiesto loro di astenersi dal dare qualsiasi informazione”. L’Europarlamento e’ ”convinto – secondo il testo siglato dai partiti di centrosinistra – che la liberta’ di ricevere e comunicare informazioni senza interferenze da parte delle autorita’ pubbliche e’ un principio fondamentale su cui l’Unione Europea si fonda e un elemento essenziale della democrazia, cosi’ come il pluralismo dei mezzi di comunicazione, entrambi sanciti dall’articolo 11 della Carta dei Diritti fondamentali”. La mancanza di azione della Ue, per quanto riguarda l’Italia, ”indebolirebbe la sua credibilita”’. La risoluzione, infine, ”deplora le pressioni e le intimidazioni dirette a giornali italiani ed europei da parte delle autorita’ governative italiane”.