Rai/ Pd blinda Ruffini, Pdl vuole cambio. Polemica su nomine
Ad Sipra si dimette. Rizzo Nervo: iniziato assalto alla diligenza
Roma, 19 nov. (Apcom) – La riunione è convocata per mercoledì prossimo. E sul tavolo del Cda Rai ci sarà , quasi certamente, un pacchetto di nomine di peso, tra cui quella della direzione di Raitre e di Sipra, il cui ad Maurizio Braccialarghe ha rassegnato oggi le dimissioni. Questione delicata, tanto che il Cda, previsto per oggi, è stato rinviato di una settimana. E quella che si annuncia è una riunione complessa. Perché se la maggioranza punta ad una soluzione quasi unanime, soprattutto su Raitre, l’opposizione non lascia spiragli, facendo quadrato sul direttore di Raitre.
Al prossimo Consiglio, dunque, il Dg Mauro Masi porterà un pacchetto che comprenderà diversi cambi delicati: alla Sipra, dopo le dimissioni di Braccialarghe, passato alla guida del Centro di produzione Rai di Torino. Poi alla direzione di Rainews 24 e a quella di Raitre. Tutte nomine su cui Masi punta al massimo consenso, obiettivo praticamente impossibile. Per Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd, “con la rimozione dell`amministratore delegato della Sipra, il piano Raiset compie oggi un nuovo passo avanti. Le dimissioni forzate di Braccialarghe giungono infatti dopo settimane di pressioni e intimidazioni minacciose e congiunte dei vertici Rai e Mediaset”.
Mentre Nino Rizzo Nervo, consigliere di opposizione, critica “l’assalto alla diligenza”, iniziato con le dimissioni di Braccialarghe alla Sipra e che continuerà “con Paolo Ruffini, Corradino Mineo, Giuliana del Bufalo e Fabrizio Del Noce”, perche “ormai il disegno di distruzione dell’azienda per realizzare un totale controllo politico-industriale non si ferma davanti a nessuno”.
Stessi toni, anche se di avvertimento, sul fronte Raitre. “Credo sia interesse del Dg trovare una soluzione che sia il più condivisa possibile”, dice il consigliere di maggioranza Alessio Gorla. L’obiettivo è evitare per quanto possibile una polemica sul cambio a Raitre, puntando su due fronti: un nome condiviso e il nuovo incarico dove destinare, possibilmente già nella prossima riunione, lo stesso Ruffini. E se sul nome, quello dell’ex direttore del Tg3 Antonio Di Bella, si poteva trovare l’intesa, resta aperto il problema della ricollocazione. Per Ruffini, a quanto si apprende, si era ipotizzata la guida dei canali digitali, ma non si sarebbe trovato l’accordo. Rosy Bindi, presidente del partito, assicura che per il Pd “la parola sul cambio dei vertici a Raitre è una sola: siamo contrari”. Una linea che vedrebbe dunque concordi sia Bersani che Franceschini.
Una posizione sposata a pieno Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza – per il quale quella di Ruffini è allo stato attuale “una posizione imbarazzante in assenza di una motivazione difendibile” – e da Nino Rizzo Nervo, mentre Giorgio Van Straten è più cauto, come Rodolfo De Laurentiis.
Difficile comunque che il piano del Pdl per un largo consenso sulle nomine riesca, e mercoledì si riproporrà lo schema di un Cda diviso con decisioni non unanimi ma prese a maggioranza, seppure larga.