È Vincenzo Boccia, amministratore delegato delle Arti Grafiche Boccia, eletto presidente della Piccola Industria. “La mia sarà una missione suicida”. Risponde così Enzo Boccia, amministratore delegato delle Arti Grafiche Boccia, a chi gli chiede cosa farà come nuovo presidente della Piccola Industria di Confindustria. E non è solo una battuta. “Il mio obiettivo è creare le precondizioni per far crescere le piccole imprese”, spiega. “L’augurio è che fra quattro anni e un giorno, alla scadenza del mio mandato, le piccole imprese di oggi siano diventate grandi e il loro posto sia preso da una nuova generazione di piccoli imprenditori”.
Alle missioni impossibili la famiglia Boccia sembra abituata. Il padre di Enzo, Orazio, fondatore dell’azienda, potrebbe scrivere un romanzo sulla sua vita. A 10 anni viene messo nell’orfanotrofio Umberto I di Salerno e vi resta otto anni. Nell’istituto, che i salernitani chiamavano con disprezzo ‘Il Serraglio’, passa otto anni d’inferno, ma ha la fortuna di imparare un mestiere, quello di tipografo (la vicenda è simile a quella di un altro nome famoso dell’industria della stampa e dell’editoria: Angelo Rizzoli). A 18 anni, quando Orazio esce dall’orfanotrofio, apre una piccolissima tipografia che stampava biglietti da visita. Siamo negli anni Cinquanta: inizia qui la storia di quelle che sarebbero diventate le Arti Grafiche Boccia.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 401 – dicembre 2009