FFWEBMAGAZINE: NON SIAMO IMMUNI DA “SINDROME CINESE” NEANCHE NOI

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FFWEBMAGAZINE: NON SIAMO IMMUNI DA “SINDROME CINESE” NEANCHE NOI
(AGI) – Roma, 15 gen. – “Non e’ una provocazione, l’idea di premiare Internet con il Nobel per la pace. Una proposta giusta e sacrosanta. Anzi, perche’ non dare a Google, nel frattempo, un bel premio ad hoc, magari una “medaglia della liberta’” da appuntare sul bavero telematico della grande “G”?”. Lo scrive Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, commentando la presa di posizione di Google contro le troppe censure del governo cinese. “Ma attenzione ai facili entusiasmi – scrive Federico Brusadelli – perche’ non siamo immuni da “sindromi cinesi”, piu’ o meno velate, neanche noi. Neanche qui, in Occidente e in Europa”. “Gli stessi “eroi della liberta’” che, a nome di Google, se la prendono con gli autocrati di Pechino – continua l’articolo – qui da noi vengono denunciati per aver messo su Youtube spezzoni del Grande fratello. E dopo la vergognosa aggressione al premier, qualcuno ha pensato di stringere un po’ le viti dei social network. Magari preparando la strada con un po’ di disinformazione, che dipinge Facebook come un pericoloso covo di disagiati, estremisti o potenziali terroristi, per giungere anche alla conclusione che i social network “allontanano i giovani dai veri strumenti di cultura””. E “nel frattempo, si preparano leggi che intervengono con poca delicatezza sulla diffusione di audiovisivi in Rete (da YouTube alle web tv), e si decide che qualunque sito che trasmetta filmati in modo “non incidentale” ma sistematico, dovra’ richiederne l’autorizzazione al ministero competente ed essere, dunque, dotato di un direttore responsabile. Si impone l’obbligo di rettifica, si rende necessario rispondere alle norme sul diritto d’autore, si equiparano di fatto i siti internet alle tv o ai giornali. Ecco, cosi’ si aumenta il controllo”. “Per carita’ – conclude Ffwebmagazine – nessun paragone ridicolo con Teheran o con la Cina. Ma c’e’ delusione, piu’ che preoccupazione. Delusione per un Occidente che si dimostra impaurito da una delle sue piu’ meravigliose e rivoluzionarie creature. Per un Occidente che finge di non rendersi conto di quanto, ancora oggi, il confine tra liberta’ e censura sia labile e sfumato. E se c’e’ da rischiare, su quel confine labile, e’ meglio rischiare sul versante della liberta’, piuttosto che fare qualche passo di troppo dalla parte della censura. E questo e’ un principio che dovrebbe valere sempre e comunque. A Pechino come a Roma”. (AGI) Bru