GOOGLE: BAIDU CONTRATTACCA E DENUNCIA PARTNER USA

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GOOGLE: BAIDU CONTRATTACCA E DENUNCIA PARTNER USA
SECCA RISPOSTA DEL SITO CINESE AL CONCORRENTE AMERICANO
PECHINO
(ANSA) – PECHINO, 20 GEN – Il principale motore di ricerca su Internet della Cina, Baidu.com, ha denunciato in un tribunale di New York il suo “service provider” americano Register.com accusandolo di non aver fatto abbastanza per proteggerlo dagli attacchi dei pirati informatici. La denuncia di Baidu, annunciata oggi sul suo sito web, si riferisce ad un episodio avvenuto il 12 gennaio scorso, quando é stato inaccessibile per quattro ore, ma è evidente il legame con la vicenda che nei giorni scorsi ha avuto al centro il suo più agguerrito concorrente straniero, il “motore” americano Google. Baidu non ha fatto cifre ma secondo la stampa cinese nelle quattro ore di black out la compagnia avrebbe perso introiti per circa sette milioni di yuan (700mila euro). L’attacco contro Baidu è stato in seguito “rivendicato” dagli hacker della “Iranian Cyber Army”, un gruppo che in precedenza era riuscito a sabotare il popolare sito di comunicazione sociale Twitter, mandandolo in tilt per qualche ora. Si ritiene che l’Iranian Cyber Army sia promossa dal governo di Tehran, dato che Twitter è stato uno degli strumenti usati dagli oppositori iraniani per organizzare le manifestazioni antigovernative dei mesi scorsi. Perché abbia attaccato Baidu rimane un mistero. Ma la guerra tra hacker iraniani e cinesi – questi ultimi hanno subito reagito, attaccando a loro volta i siti del governo iraniano e diffondendo slogan favorevoli all’opposizione – si svolge su un teatro secondario. Sotto i riflettori c’é sempre Google, che all’inizio della settimana ha minacciato di mettere fine alle sue operazioni in Cina dopo essere stato oggetto di attacchi al suo sito di posta elettronica, la “gmail”. Negli attacchi, che provenivano dalla Cina, sono stati presi di mira dissidenti cinesi, attivisti per i diritti umani e, negli ultimi giorni, corrispondenti di giornali stranieri che lavorano in Cina. Google ha affermato che “discuterà ” con le autorità  cinesi della possibilità  di gestire in Cina un sito non sottoposto alla censura e agli attacchi degli hacker che lavorano per il governo di Pechino. La compagnia americana ha precisato che, contrariamente a quanto sostenuto da una parte della stampa cinese, i suoi uffici in Cina stanno in questo momento “lavorando normalmente” e che nessuno dei 70 dipendenti è stato licenziato. Google ha però confermato che é in corso un’ indagine interna alla compagnia, lasciando intendere che qualcuno dei suoi dipendenti in Cina potrebbe essere stato coinvolto nel sabotaggio. (ANSA).
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