TV:IL FACCIA A FACCIA TRA CANDIDATI PIACE AGLI ITALIANI/ANSA

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TV:IL FACCIA A FACCIA TRA CANDIDATI PIACE AGLI ITALIANI/ANSA
FIGLIO DEL BIPOLARSIMO IN ITALIA FA FATICA AD AFFERMARSI
MILANO
(di Paolo Barbieri) (ANSA) – MILANO, 29 GEN – Il ‘Faccia a faccia’ televisivo tra i due candidati, che negli Stati Uniti è una consuetudine acquisita fin dal primo confronto tra Kennedy e Nixon, non ha identico successo in Italia. Figlio del bipolarismo, in Italia incontra tutti gli ostacoli dovuti al fatto che il passaggio dal maggioritario della cosiddetta prima Repubblica all’attuale assetto non è ancora completato. Eppure i cittadini, stando ad un sondaggio commissionato da Skytg24 a ‘Digis’, sono favorevoli a questa forma di comunicazione politica. Il 64% degli intervistati, infatti, ha affermato che serve per conoscere i programmi e le idee dei candidati, il 19% perché è un diritto degli elettori e solo il 14% ha risposto che ci sono altri modi per informarsi mentre solo il 3% non si è espresso. Enrico Mentana, conduttore nel 1994 del primo ‘Faccia a faccia’ tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto, intervenuto al convegno organizzato da Skytg24 all’Università  Cattolica di Milano, ha spiegato che il format é ormai morto. “Io – ha ricordato – ho potuto fare le domande che volevo. Oggi una pioggia di regole lo ha reso una cosa diversa da un programma televisivo. Tra l’altro c’é la complicità  dei giornalisti che mettono pure la loro faccia anche a costo di perderla”. Sul ‘Faccia a faccia’ pesa, secondo il sottosegretario Paolo Romani, la legge sulla par condicio “illiberale e liberticida” che non consente di fare la campagna elettorale e che mette sullo stesso piano in tv partiti radicati come Pdl e Pd e quelli che hanno un modesto consenso elettorale. Se per Sebastiano Grasso il format del confronto in diretta tra candidati è morto, per Antonio Di Bella, direttore di Raitre “con un bipolarismo imperfetto come quello italiano” èimpossibile che si affermi come negli Stati Uniti. “Tanti anni fa – ha ricordato – avrei voluto fare un confronto tra i candidati sindaci di Milano, Aldo Fumagalli e Gabriele Albertini, ma l’allora presidente della commissione di vigilanza mi disse che avrei sollevato solo problemi in quanto oltre ai due principali ce n’erano altri in corsa”. Il sondaggio presentato al convegno ha messo in luce altri dati sulla percezione degli elettori della politica in televisione. L’89% degli intervistati sa cosa è la par condicio e il 62% è convinto che le emittenti televisive non garantiscono un’adeguata visibilità  a tutti i movimenti politici, contro il 34% che è convinto del contrario. La maggioranza (81%) sostiene che in campagna elettorale tutti i partiti devono avere gli stessi spazi sui media e per il 67% i giornalisti devono essere imparziali e non devono esprimere il loro punto di vista. Il 76% degli intervistati è convinto che la televisione può influenzare molto il voto degli elettori, contro il 24% che sostiene l’opposto. Gli elettori di centrosinistra danno maggiore importanza al ruolo della tv nella scelta dei voto (83%) contro il 73% degli elettori di centrodestra. (ANSA).
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