TELECOM:ROMANI,SE TESTA ALL’ESTERO TEMO SU INVESTIMENTI RETE
(ANSA) – ROMA, 2 FEB – Non c’é “nessun via libera” da
parte del governo a un’ipotesi di fusione tra Telecom e
Telefonica, ribadisce il viceministro alle Comunicazioni Paolo
Romani, che sottolinea però il rischio che un’eventuale
governance straniera, che abbia “la testa e il cuore fuori
dell’Italia”, possa mettere in discussione gli investimenti
sulla rete.
“La rete – ha spiegato Romani rispondendo alle domande dei
giornalisti alla Camera – è un’infrastruttura radicata in
Italia. Oggi abbiamo una governance italiana con un socio
spagnolo. Nell’ipotesi di una fusione, di cui non conosco i
meccanismi e che sicuramente non c’é, e dunque nel caso in cui
una multinazionale diventasse socio di maggioranza, o
addirittura proprietario della rete italiana, siccome non può
delocalizzare, intravedo il rischio che una società di questo
tipo privilegi gli investimenti in altri Paesi piuttosto che nel
nostro”.
“Se la testa e il cuore sono fuori dall’Italia – ha spiegato
ancora il viceministro – c’é il rischio che questa rete possa
impoverirsi di qualità tecnica, perché richiede impegni e
investimenti continui. Ritengo che questo sia un problema che il
Governo non può non affrontare in maniera seria”.
Quanto all’atteggiamento tenuto dal governo sul fronte
dell’italianità di Alitalia, “si tratta di due problemi
industriali diversi”, ha risposto Romani. “In quel caso la
nostra rischiava di diventare una compagnia regionale di Air
France. La rete, invece, è in Italia e grazie a Dio non ce la
porta via nessuno”. (ANSA).
(ANSA) – ROMA, 2 FEB – Non c’é “nessun via libera” da
parte del governo a un’ipotesi di fusione tra Telecom e
Telefonica, ribadisce il viceministro alle Comunicazioni Paolo
Romani, che sottolinea però il rischio che un’eventuale
governance straniera, che abbia “la testa e il cuore fuori
dell’Italia”, possa mettere in discussione gli investimenti
sulla rete.
“La rete – ha spiegato Romani rispondendo alle domande dei
giornalisti alla Camera – è un’infrastruttura radicata in
Italia. Oggi abbiamo una governance italiana con un socio
spagnolo. Nell’ipotesi di una fusione, di cui non conosco i
meccanismi e che sicuramente non c’é, e dunque nel caso in cui
una multinazionale diventasse socio di maggioranza, o
addirittura proprietario della rete italiana, siccome non può
delocalizzare, intravedo il rischio che una società di questo
tipo privilegi gli investimenti in altri Paesi piuttosto che nel
nostro”.
“Se la testa e il cuore sono fuori dall’Italia – ha spiegato
ancora il viceministro – c’é il rischio che questa rete possa
impoverirsi di qualità tecnica, perché richiede impegni e
investimenti continui. Ritengo che questo sia un problema che il
Governo non può non affrontare in maniera seria”.
Quanto all’atteggiamento tenuto dal governo sul fronte
dell’italianità di Alitalia, “si tratta di due problemi
industriali diversi”, ha risposto Romani. “In quel caso la
nostra rischiava di diventare una compagnia regionale di Air
France. La rete, invece, è in Italia e grazie a Dio non ce la
porta via nessuno”. (ANSA).