Io non ci sto

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“Anche noi riceviamo telefonate del tipo: potremmo organizzare un servizietto con quella velina per incastrare il tal politico… Ma un conto è documentare una cosa reale. Altro è prefabbricare, costruire trappole”. Fabrizio Chiarini, amministratore unico dell’agenzia fotografica Olycom (8 milioni di euro di fatturato annuo, 200 fotografi rappresentati, un archivio di 10 milioni di immagini), prende nettamente le distanze dai ‘nuovi barbari del fotogiornalismo’.
“Noi, come del resto la maggioranza delle agenzie e dei fotogiornalisti italiani, facciamo un lavoro serio, che con lo squallore e il degrado di queste vicende non c’entra nulla”, afferma Chiarini. “Anche negli anni Cinquanta e Sessanta ci sono stati servizi fatti e mai pubblicati. Ma la differenza è trasformare questa cosa in core business. Questi fanno le foto non per pubblicarle ma per venderle al prezzo più alto ai soggetti che hanno fotografato”.

L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 403 – febbraio 2010