CINA-USA: INTERNET E DIRITTI UMANI, LA GUERRA CONTINUA /ANSA
MINISTRO A GOOGLE: ‘CONSEGUENZE’ PER CHI VIOLA LEGGI
PECHINO
(ANSA) – PECHINO, 12 MAR – La censura su Internet e i diritti umani sono di nuovo al centro della guerra di parole tra i due giganti dell’economia mondiale, Usa e Cina, che costituiscono quella che il presidente americano, Barack Obama, ha definito “la relazione bilaterale più importante del mondo”. Il ministro cinese dell’Industria e dell’Informatica, Li Yizhong, ha sparato ad alzo zero contro Google, la compagnia informatica americana che in gennaio ha aperto il fronte di Internet denunciando attacchi informatici contro i conti privati di alcuni dei suoli clienti, dissidenti cinesi ed attivisti dei gruppi umanitari. Google ha minacciato di chiudere le sue operazioni in Cina – dove la sua edizione locale, google.cn, ha conquistato il 30% del mercato – se non troverà il modo di garantire la massima sicurezza ai suoi clienti. Nel frattempo, la compagnia ha deciso di non usare sul suo sito web cinese i “filtri” per i contenuti sgraditi al governo di Pechino. Il presidente di Google, Eric Schmidt, si è dichiarato nei giorni scorsi ottimista sulla possibilità di un accordo con le autorità cinesi. Oggi è venuta la doccia fredda. “Se non rispetti le leggi cinesi – ha dichiarato il ministro – sei non amichevole ed irresponsabile, e dovrai affrontarne le conseguenze”. Li si è complimentato con Google per aver conquistato una quota del 30% del mercato cinese in tre anni, ed ha aggiunto che la compagnia americana è “la benvenuta e potrà aumentare la sua quota se rispetterà le leggi cinesi”. Il ministro non ha confermato né smentito quanto sostenuto da Schmidt, cioé che sono in corso negoziati che potrebbero concludersi presto con una soluzione accettata da entrambe le parti, ma si è limitato ad affermare che Google “ha esposto le sue opinioni, pubblicamente e privatamente”. L’affondo del ministro su Google ha seguito a ruota uno scambio di battute velenose sui diritti umani. In un rapporto diffuso ieri, il Dipartimento di Stato americano ha criticato la Cina per la situazione dei diritti, citando in particolare la repressione contro gli avvocati democratici, la censura su Internet e le condizioni delle minoranze etniche tibetana e uighura. La Cina ha risposto accusando Washington di usare “in modo strumentale” i diritti umani per “interferire negli affari interni cinesi” e “promuovere i suoi interessi strategici”. Tra un’accusa e una controaccusa, le due diplomazie stanno intanto cercando di riparare i danni. Il vicesegretario di Stato americano, James Steinberg, che la settimana scorsa ha incontrato alti dirigenti cinesi in una missione circondata dalla massima segretezza, ha sostenuto in un’intervista al quotidiano Global Times che Usa e Cina …sono partner per necessità , ma anche per convenienza”. Steinberg ha aggiunto di aver discusso con i suoi interlocutori dei programmi nucleari dell’Iran e della Corea del Nord e del problema di Taiwan senza chiarire se le posizioni su questi cruciali problemi di politica internazionale si siano avvicinate. (ANSA).
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