PIRATERIA: INDUSTRIE CREATIVE UE HANNO PERSO 10 MLD

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PIRATERIA: INDUSTRIE CREATIVE UE HANNO PERSO 10 MLD/ANSA
STUDIO TERA CONSULTANTS SUL 2008, -185 MILA POSTI LAVORO
ROMA
(ANSA) – ROMA, 17 MAR – Nel 2008 a causa della pirateria digitale le industrie creative dell’Unione Europea hanno registrato perdite pari a 10 miliardi di euro ed un totale di 185.000 posti di lavoro in meno. Solo in Italia i danni sono stati di 1,4 miliardi di euro con 22.400 posti di lavoro perduti. Sono i dati forniti dalla società  indipendente Tera Consultants che prevede entro il 2015 perdite fino a 240 miliardi di euro. Secondo l’indagine, nel 2008 le industrie creative dell’Ue (cinema, musica, televisione e software), hanno offerto un contributo pari al 6,9% o a circa 860 miliardi di euro al totale del Pil con una quota del 6,5% dell’occupazione totale dell’Ue, pari a circa 14 milioni di lavoratori. “Sulla base delle attuali proiezioni e in assenza di cambiamenti significativi nella politica del settore, le industrie creative dell’Unione Europea potrebbero subire entro il 2015 perdite pari a 240 miliardi di euro e 1,2 milioni di posti di lavoro in meno”, spiega lo studio Tera che delinea due scenari possibili entro il 2015, basandosi sulle previsioni del traffico Internet di Cisco System ed ipotizzando che non venga presa alcuna misura per arginare la pirateria. Nel primo scenario si ipotizza che la pirateria digitale aumenti proporzionalmente al traffico del file-sharing, che cresce ad un tasso annuale del 18%: con questo questo ritmo il settore registrerebbe nel 2015 perdite nella produzione musicale, film, serie tv e software per circa 32 miliardi di euro. La perdita dei posti di lavoro in Ue sarebbe invece di circa 610 mila unità  entro il 2015 (rispetto a una perdita di poco più di 185 mila nel 2008). Il secondo scenario, invece, tiene conto sia dello scambio di file sia dell’attività  di streaming online, offrendo così un’idea dell’impatto massimo della pirateria digitale e tenendo presente che, dal 2008 al 2015, il traffico dei consumatori con un indirizzo Internet (Ip) cresca ad un tasso superiore al 24%. Fermo restando questo dato, dunque, secondo Tera il settore registrerebbe nel 2015 perdite nei settori dell’audiovisivo per circa 56 miliardi di euro, rispetto ai circa 10 miliardi di euro del 2008. E la conseguente perdita di posti di lavoro in Europa sarebbe di circa 1,2 milioni di unità  entro il 2015. “Forte preoccupazione per le risultanze dello studio” che verrà  presentato anche alle istituzioni italiane e “richiesta di un forte intervento di contrasto ad un fenomeno che rischia di distruggere il settore creativo” è stato espresso dalle associazioni degli industriali del settore musicale aderenti a Confindustria, Afi, Fimi e Pmi, e le maggiori organizzazioni sindacali italiane del settore, Slc Cgil, Sai – Sindacato attori italiano, Fistel Cisl e Uil – Unione Italiana Lavoratori. (ANSA).
SAM/ ST1 S0B QBX