Apc-Internet/ Google libera i dati, più facile lasciare suoi servizi

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Apc-Internet/ Google libera i dati, più facile lasciare suoi servizi
“Non lo facciamo per altruismo, strategia paga nel lungo periodo”

Milano, 16 apr. (Apcom) – Permettere agli utenti di esportare liberamente i propri dati dai servizi di Google e viceversa. E’ questo la singolare missione di una squadra di sei ingegneri dell’azienda di Montain View al lavoro dal 2006. Il “Fronte per la Liberazione dei Dati”, questo il nome interno del gruppo poi diventato di dominio pubblico, ha “liberato” i dati di circa due terzi dei prodotti-servizi dell’azienda, tra i quali Gmail, Picasa e Google Docs. In pratica si possono, per esempio, trasferire con un click le email dal Web al pc.

“Secondo noi gli utenti – ha detto Brian Fitzpatrick, ideatore e direttore del team di ‘liberatori’ – dovrebbero stare con Google perché lo desiderano veramente e non perché non possono abbandonarci. Riteniamo infatti che il modo migliore per preservare la fiducia degli utenti non sia costringerli a stare con noi, bensì continuare a innovare e migliorare i nostri prodotti per fare sì che le persone alla lunga restino con noi”.

“Dal punto di vista aziendale – come mostra anche l’ironico logo scelto per l’iniziativa – è qualcosa di rivoluzionario, ma non lo facciamo per altruismo. E’ una strategia di business che pensiamo paghi nel lungo periodo” ha aggiunto l’ingegnere. Tutto nasce dall’osservazione del fatto che “solo cinque anni fa la maggior parte dei nostri dati, come foto o email, erano conservati solo sul nostro computer, mentre è molto probabile che oggi ciascuno di noi ne abbia una copia sul Web. Le cose stanno cambiando e dobbiamo tenerne conto”.

“Io – ha detto ad esempio Fitzpatrick – conservo in una scatola da scarpe lettere e immagini dei miei nonni ed è una cosa alla quale sono molto legato, è l’eredità  della mia famiglia. Per le nuove generazioni la questione è diversa. Come faranno a conservare email e dati digitali?”. Da qui la nascita del ‘Fronte’ e l’elogio della conservazione dei dati su Internet.
Un’abitudine “molto più sicura di una copia sul proprio computer” nonostante si pensi il contrario. Un po’ come per i viaggi in aereo rispetto a quelli in auto.

Asa

161349 apr 10