INTERCETTAZIONI: FNSI, SENATO RIFLETTA, DDL RESTA UN MACIGNO

Condividi

INTERCETTAZIONI: FNSI, SENATO RIFLETTA, DDL RESTA UN MACIGNO
IPOTIZZATE NOVITA’, ALMENO PER ORA CALNDESTINE
ROMA
(ANSA) – ROMA, 26 MAG – “Allo stato dell’arte per il diritto di cronaca il ddl sulle intercettazioni rimane un macigno. Le ipotizzate novità , almeno per ora, sono clandestine”. Così il Segretario Generale e il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi e Roberto Natale, appresa la notizia della calendarizzazione al Senato del disegno di legge sulle intercettazioni, durante i lavori del congresso mondiale dei giornalisti, che si sta svolgendo a Cadice in Spagna e che ha manifestato viva preoccupazione sulle notizie provenienti dall’Italia. Per Siddi e Natale “i preannunci di ammorbidimento di sanzioni segnano sì una riflessione in più da parte di chi sta proponendo un disegno di legge incoerente con le esigenze di bilanciare diversi diritti (giustizia, informazione e privacy) ma, per quanto si può dedurre dalle indiscrezioni che circolano, non modificano un elemento di sostanza che, invece, deve essere rimosso: la cronaca sulle notizie non può mai diventare un reato e quindi oggetto di sanzioni, per editori e giornalisti, come le multe e il carcere”. Per questo la Fnsi chiede all’aula del Senato, “che – come ci ha detto il Presidente Schifani – avrà  il modo e il tempo di ricercare l’equilibrio tra diritti fondamentali, una riflessione nuova e l’opportunità  che tutte le parti in causa, quindi anche giornalisti ed editori, possano valutare eventuali nuove proposte, qualunque sia il loro segno”. Il segretario e il presidente dell’Fnsi ribadiscono quattro punti fermi “fondamentali”: “gli atti non più segreti non possono essere interdetti alla pubblicazione; una udienza filtro può e deve sgombrare il campo da ogni pregiudizio e stabilire quali siano gli atti di indagine che hanno rilevanza e, quindi, vengono depositati e resi disponibili anche per la conoscenza pubblica mettendo da parte gli altri documenti che riguardino persone o situazioni estranee; il Giurì per la lealtà  dell’informazione che entro tre giorni si pronunci sui ricorsi per i casi di eventuale violazione della riservatezza delle persone da parte dell’informazione; tempi certi, non illimitati, della durata del segreto giudiziario”. E ricordano Siddi e Natale “il diritto fondamentale dei cittadini a conoscere e sapere i fatti di rilevante interesse pubblico è un diritto vitale irrinunciabile da cui dipende il corretto funzionamento del circuito democratico”.(ANSA).
TH/ S0A QBXB