POL:RAI
2010-06-08 15:14
RAI: RUFFINI, REINTEGRO CON RISERVA E’ PRIMO PASSO
FELICE DELL’UNANIMITA’, NESSUNA QUESTIONE CON DI BELLA
ROMA
(ANSA) – ROMA, 8 GIU – Il reintegro, “sia pure con riserva, é un primo passo. Aspetteremo il giudice del reclamo. Intanto mi ha fatto piacere che sia stato deliberato all’unanimità . Così come sono contento che non esista e che non sia mai esistito un problema fra me e Antonio Di Bella. La questione era ed è un’altra. Era ed è sotto gli occhi di tutti, e non riguarda solo questa vicenda”. Così Paolo Ruffini dopo la decisione del Cda per ottemperare all’ordinanza del giudice, contro cui la Rai ha già presentato reclamo. E rileva: “Il presidente del Consiglio, che stando alle agenzie di stampa continua a considerare faziosa e non in linea con il servizio pubblico ogni opinione critica, continua a porre un problema per la libertà di stampa in questo Paese. Ed è un problema che riguarda anche la Rai”. Ma argomenta ancora “a me hanno insegnato che ciò che distingue i Paesi liberali da quelli che non lo sono è semmai la tutela della libertà di opinione e quindi anche del dissenso, non l’obbligo del consenso. Questa è del resto la ragione di vita del servizio pubblico. Questo è ciò che lo distingue da un organo di obbedienza governativa. Per questo, per quella che è la mia parte, continuerò a difendere la possibilità di fare una televisione libera in questo Paese segnato da troppi conflitti di interesse. Lo farò a cominciare dai palinsesti di Rai3, rete alla cui direzione oggi sono stato, sia pure con riserva, reintegrato”. Il giornalista spiega come “c’era un principio da ristabilire. C’era una decisione della magistratura, un ordine che la Rai non poteva non rispettare, emesso per impedire la prosecuzione di un atto che il giudice ha definito illecito e discriminatorio”. E aggiunge “nessuno dovrebbe essere costretto a ricorrere alla magistratura per vedere ristabilito il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Spesso anzi, per mille ragioni, ci si rassegna a non farlo. E ci si abitua a perdere il senso profondo della legalità , che ogni cittadino dovrebbe avere nella sua coscienza indipendentemente dalle sanzioni giuridiche. E così facendo, ogni giorno, contribuiamo tutti a costruire un Paese meno giusto, meno bello, sempre più cupo nel suo cinismo”. “Ma – prosegue – se si ha rispetto di sé e degli altri, la scelta è invece obbligata. E’ una questione di dignità . Ed è qualcosa che va al di là delle singole persone. Perché appartiene, apparterrebbe, a tutti. Ruffini rileva poi come se fosse stato solo per lui “forse sarebbe stato più comodo, più facile, più conveniente intascare lo stipendio e fare finta di nulla continuando a fare poco o niente. Ma non ne sono stato capace. Mi sembrava che non fosse giusto”. Il giornalista ringrazia “con tutto il cuore i miei avvocati Domenico e Giovanni D’Amati, che hanno saputo difendere oltre che me un principio”. (ANSA).
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